Le autorità russe hanno chiuso il caso sulla morte di Aleksei Navalny, il più celebre oppositore del Cremlino, avvenuta lo scorso febbraio nel carcere di massima sicurezza di Kharp. Secondo la versione ufficiale fornita dal Comitato Investigativo russo, Navalny è morto a causa di una "malattia combinata" che include ipertensione, danni vascolari e agli organi, miocardiosclerosi diffusa, edema cerebrale, fibrillazione ventricolare ed edema polmonare. Queste informazioni sono state comunicate alla vedova, Yulia Navalnya, solo una settimana fa.

Inizialmente, i media statali avevano riferito di un "coagulo di sangue" come causa del decesso, ma questo dettaglio non appare nella versione finale dei documenti rilasciati dagli inquirenti. Al contrario, l'autopsia ha rivelato una serie di malattie croniche concomitanti, che avrebbero portato al decesso di Navalny.

Il documento ufficiale è stato firmato dall'investigatore Aleksandr Varapaev, colui il quale aveva minacciato la madre di Navalny, promettendo che non avrebbe potuto vedere il corpo del figlio se non avesse accettato un funerale in segreto. Dettaglio che solleva ulteriori dubbi sulle circostanze della morte del dissidente, che molti sospettano essere stato assassinato.

La moglie di Navalny, Yulia Navalnya, ha espresso la sua indignazione attraverso un video pubblicato sui social, denunciando quello che considera un tentativo delle autorità di "nascondere l'accaduto". Secondo Yulia, la versione ufficiale non è altro che una copertura per un omicidio, un'ulteriore dimostrazione del clima di repressione che continua a soffocare le voci critiche in Russia.