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«Capodanno Piazza San Marco con marito e figlio grande, mezzanotte e un minuto: un gruppo dietro di me canta “Anna Frank sei finita nel forno», mi giro: ” Ragazzi basta!”, si mettono a urlare: “Duce, duce.....” con mano alzata». Inizia così il terribile racconto di Elsa Bartholet, la moglie dell’ex deputato Artuto Scotto aggredito da un gruppo di neaofascisti a Venezia.
«Si gira mio marito che prima non li aveva sentiti cantare contina la donna “Basta!” e boum si prende botte in faccia da vari lati, poi si mette di mezzo un ragazzo per aiutarci e lo picchiano pure lui, visibilmente abituati al fatto, poi fuggono come dei vigliacchi che sono. La polizia municipale: “Avete ragione, picchiare è brutto, fate denuncia domani”».
Successivamente è stato lo stesso Scotto a raccontare l'episodio di violenza sul sito di Articolo 1- Mdp e in un post sulla sua pagina Facebook dove pubblica anche la foto della denuncia: «Un gruppetto di ragazzi - circa 8 urlavano “duce tu scendi dalle stelle” e “Anna Frank l'abbiamo messa nel forno” immediatamente dietro di me. Mi sono girato verso di loro e ho detto di smetterla, ero spaventato per mia moglie e mio figlio quattordicenne. Hanno rincarato la dose urlando ' duce duce'. Ho ripetuto che era inaccettabile che in un giorno di festa dicessero quelle castronerie. Sono passati dalle parole ai fatti. Uno, due, tre cazzotti in faccia. Sangue dal naso ma per fortuna nessuna frattura. Un ragazzo di venti anni è intervenuto per sedare la rissa: pestato di brutto. Non so come si chiama, ma lo ringrazio per il coraggio.
Gli aggressori si sono coperti il volto e poi si sono dileguati. Come dei vigliacchi. Stamattina mi sono tolto un peso e ho sporto denuncia all'arma dei carabinieri».
Solidarietà all’ex parlamentare Scotto è arrivata da tutte le forze politiche e dal Capo dello Stato.