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Con una decisione a sorpresa la leadership dei talebani che dall’agosto dello scorso anno ha ripreso il controllo dell’Afghanistan ha deciso di non aprire le scuole secondarie femminili alle ragazze tra i 12 e i 19 anni. Ad annunciarlo è stato il ministero dell’Educazione del governo non riconosciuto dell’Afghanistan in occasione del primo giorno del nuovo anno scolastico che avrebbe dovuto vedere proprio il ritorno delle ragazze a scuola. La decisione di posticipare il rientro delle ragazze che frequentano la scuola ai livelli superiori sembra essere una concessione alla parte di popolazione rurale e profondamente conservatrice che è riluttante a inviare le proprie figlie a scuola. Le ragazze sono state bandite dalla scuola oltre la sesta elementare nella maggior parte del Paese da quando i talebani sono tornati al potere. Le università sono state aperte all’inizio di quest’anno in gran parte del Paese, ma da quando hanno preso il potere i talebani la maggior parte degli istituti sono stati vietati a ragazze e donne. La leadership talebana non ha ancora deciso quando o come consentire alle ragazze di tornare a scuola. Sebbene i talebani abbiano accettato che i centri urbani siano per lo più favorevoli all’istruzione femminile, gran parte dell’Afghanistan rurale si oppone, in particolare nelle regioni tribali pashtun. La maggior parte dei talebani sono di etnia pashtun. L’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha espresso «profonda frustrazione e delusione» per il divieto imposto. «Il fallimento delle autorità di fatto di rispettare gli impegni a riaprire le scuole alle ragazze sopra il sesto grado (dagli 11 anni in poi) - nonostante le ripetute promesse nei confronti dell’istruzione femminile - è profondamente dannoso per l’Afghanistan», ha sottolineato Bachelet in una nota. «Negare l’istruzione viola i diritti umani di donne e bambine» lasciandole «più esposte a violenza, povertà e sfruttamento», ha aggiunto.