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Era un vero fuoriclasse. Uno di quelli che hanno il guizzo, l’intuizione che lo rendeva unico. Toto Cutugno con il suo “L’Italiano”, dal lontano 1983 con quel “lasciatemi cantare con la chitarra in mano”, ci ha rappresentato in tutto il mondo, al punto che molti all’estero la ritengono il nostro inno nazionale. Un brano che ha venduto milioni di copie persino in Corea ed Israele. Ha saputo cogliere perfettamente i sentimenti che non c’è matrimonio di italiani all’estero, soprattutto itali-americani, dove le sue canzoni non sono protagoniste, con madri che ballano con il figlio, commosse dalla musica e dal testo di “Le mamme”.
Salvatore “Toto” Cutugno ci ha lasciato, a 80 anni appena compiuti, ieri pomeriggio intorno alle 16 all'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato a seguito dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. È stato il suo manager Danilo Mancuso a dare la notizia, spiegando: “Toto ci ha lasciato dopo una lunga malattia: si era aggravato negli ultimi mesi”. In una nota la Carosello Records ed Edizioni Curci hanno scritto: “A poco più di un mese dal suo ottantesimo compleanno ci lascia uno degli artisti italiani più famosi di sempre. Cantautore da oltre 100 milioni di copie, esponente della musica italiana più noto in tutto il mondo, cantautore che ha saputo portare la semplicità e la tradizione della canzone italiana anche all’estero, un artista dalla straordinaria carriera che continuerà a ispirarci e unirci”.
Toto Cutugno, nato il 7 luglio 1943 a Fosdinovo, in provincia di Massa-Carrara, è diventato il simbolo della melodia italiana all'estero: una vera e propria icona pop della nostra musica. Un recordman di partecipazioni al Festival di Sanremo: 15, tra le quali la vittoria con “Solo noi” e una storica performance nel 1990 in coppia con Ray Charles. Record condiviso con il suo grande amico Al Bano e con Peppino di Capri, Milva e Anna Oxa. Indimenticabile nel 2012 quando, invitato da Fabio Fazio a Sanremo, esegue “L'Italiano” accompagnato dal coro dell'Armata rossa.
Con oltre 100 milioni di copie vendute, è uno degli artisti musicali italiani degli anni settanta e ottanta di maggior successo. Insieme a Gigliola Cinguetti (1964) e ai Maneskin (2021) ha trionfato, nel 1990, all'Eurovision Song Contest con il brano “Insieme: 1992”, dedicata alla caduta del muro di Berlino. Perché Toto Cutugno nei suoi brani ha raccontato i sentimenti ma anche la storia italiana, come quando cantava con la chitarra in mano di “un partigiano come presidente”. Amore e passione che aveva anche per la sua squadra del cuore: il Milan.
Fondatore e voce degli Albatros, prima di intraprendere la carriera da solista, con i quali raggiunse la fama all'estero: dalla Francia ai paesi baltici e non solo. Ha scritto brani popolarissimi: come “Gli amori”, “Figli”, “Anche Il tempo se ne va”, “La mia musica”, “Solo noi»”. Ha avuto anche una carriera televisiva, conducendo “Piacere Rai1” e, nel 1987, una fortunata edizione di “Domenica In”. Nel 2019 è stato giudice di “Ora o mai più” su Rai1.
Autore apprezzatissimo per tanti artisti: da Domenico Modugno, a Gigliola Cinquetti, Ornella Vanoni, Ricchi e Poveri, Peppino Di Capri, Fiordaliso, Franco Califano. E poi Fausto Leali, per il quale scrisse “Io amo”. Ma Toto Cutugno ha messo a disposizione la sua vena musicale anche per Mireille Mathieu, Dalida, Johnny Hallyday, Michel Sardou, Claude Francois, Herve' Vilard. Un sodalizio artistico speciale è stato quello con Adriano Celentano, per il quale ha scritto “Soli” e nel 1980 ha firmato tutte le canzoni del disco “Il tempo se ne va”.
Insieme ad Al Bano e a Pupo è uno dei nostri artisti più famosi in Russia come pure in Ucraina e negli altri paesi dell’Est. Proprio il suo amico Al Bano lo ricorda a La Presse: «L’ho conosciuto benissimo. Ci siamo incontrati in Francia nel 1976 per una trasmissione tv e poi a Tokyo nel 1980 al Festival Yamaha. Persona molto simpatica, divertente, con quella faccia da burbero. Grande musicista, purtroppo in Italia non l’hanno capito come avrebbe meritato. All’estero invece Toto ha avuto un grande successo le sue canzoni sono state cantate da grandi interpreti in Francia e Germania. In Russia era un numero 1. Alla festa dei miei 70 anni in Russia c’era anche lui e fu un grande successo. Circa 15 anni fa mi chiamò - essendo io uno dei fondatori dell’ospedale San Raffaele di Milano - affinché gli segnalassi un professore per curare il suo male. Un male grave, visto che i medici allora mi dissero che aveva solo 5 mesi di vita. Invece lui è stato grandissimo, ha resistito 15 anni. Un vero miracolo».
Sui social Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, lo ha ricordato così: «Toto, amico caro ed amato. Compagno di innumerevoli ed indimenticabili momenti di spettacolo e di vita, ti auguro buon viaggio. Mi mancherai». Anche Laura Pausini ha scritto: «Era un artista, un uomo e un italiano buono e gentile. Ho molti ricordi legati a lui e sono sinceramente dispiaciuta per la sua scomparsa. Un abbraccio alla sua famiglia e ai suoi fan di tutto il mondo».
Pippo Baudo, uno dei protagonisti di tante edizioni di Sanremo, ai microfoni di RTL 102.5 ha detto: «Sono addolorato, Toto Cutugno era una persona buona. Una perdita troppo grande per me, sono addolorato. Una grande perdita per tutti gli italiani e per chi ama la musica. Sembrava scontroso, invece era chiuso perché era malinconico e non triste. A quel Sanremo del 1983 capii subito che l’Italiano sarebbe diventato un successo internazionale».
Gianni Morandi ha affidato a Facebook il suo ricordo: «Toto Cutugno, un italiano vero, se n’è andato... Autore e interprete della grande tradizione italiana. Ha scritto una delle canzoni italiane più famose del mondo, L’Italiano. Ci conoscevamo da sempre. Ciao Toto, la tua musica sale in cielo». La storica band dei “Nomadi”, con i suoi 70 di musica, sui social ha scritto «Un altro pezzo della musica italiana ci ha lasciato! Ciao Toto, salutaci le stelle». Angelo Branduardi ha rivolto «Un doveroso omaggio a un Artista davvero rappresentativo per il nostro Paese. Ed era frequente condividere gli stessi palchi in tutta Europa. Fai un Buon Viaggio ...».
Tutto il mondo politico lo ha ricordato a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Ciao a Toto Cutugno, un Italiano vero». In un tweet il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha scritto: «Oggi ci lascia un Grandissimo: con la sua “L’Italiano”, ha saputo far cantare milioni di persone, portando la musica italiana in tutto il mondo. Buon viaggio». Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sui social ha scritto: «Con la scomparsa di Toto Cutugno il mondo della musica perde un interprete popolare e importante. Un artista, con l’orgoglio di essere italiano, apprezzato anche all’estero, i cui successi sono stati la colonna sonora di un’epoca. Dimostrò il suo talento anche come autore».
«Lasciatelo cantare, anche da lassù. Perché è stato un italiano vero. La morte di Toto Cutugno per quelli della nostra generazione è la scomparsa di una delle colonne sonore del nostro Paese. È il tempo che scorre. E da padre penso a quel capolavoro che è “Il tempo se ne va”. Un abbraccio alla famiglia e a chi gli ha voluto bene. Che la terra gli sia lieve», ha scritto Matteo Renzi.
A dimostrazione della sua popolarità è arrivato il messaggio anche del primo ministro albanese Edi Rama: «Eri un grande, Italiano vero, dovevamo vederci quest’estate a Valona ma Dio ha deciso farti riposare in pace, mentre a noi rimangono le tue canzoni registrate per sempre nel cuore di tantissimi albanesi. Grazie di tutto Toto Cutugno è stato un privilegio vivere contemporaneamente con