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«Sicuramente l’incendio è di origine dolosa e l’atto è rivolto a me: la macchina è intestata a mia moglie ma è in uso a me», ricostruisce Francesco Favi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Siracusa, subito dopo aver sporto denuncia. La sua auto è stata data alle fiamme la notte scorsa: i vigili del fuoco hanno estinto l’incendio poco dopo l’una di notte e ora i carabinier hanno attivato le indagini, anche attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza in zona. Al momento, gli inquirenti non escludono la pista dell’atto intimidatorio. «Attualmente mi occupo di penale legato in particolare a fallimenti e alla pubblica amministrazione: la mia controparte è nella maggior parte dei casi pubblica, quindi non riesco a ipotizzare legami diretti con la mia attività professionale di questi ultimi tempi», ha aggiunto Favi, al quale è arrivata immediatamente la solidarietà delle istituzioni forensi siciliane, a partire dall’Unione dei fori siciliani e dell’Adu ( Associazione difensori d’ufficio) Siracusa, ma anche dell’Organismo Congressuale Forense, e del sindaco della città che ha parlato di «grave atto nei confronti di un professionista impegnato sul fronte della legalità». L’avvocato Favi, prima in qualità di presidente della Camera Penale di Siracusa e oggi di Presidente dell’Ordine, è stato in prima fila sia nell’inchiesta “Sistema Siracusa”, denunciando situazioni sospette nel foro poi culminate in arresti e ottenendo la costituzione di parte civile nel processo dell’Ordine degli avvocati. Il filone d’inchiesta siracusano, infatti, è stato il primo coinvolgere l’ ex pm Giancarlo Longo e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore ( accusati di aver costruito un sistema per condizionare le inchieste, a fronte di mazzette), tutti e tre nomi che tornano nell’attuale Caso Palamara ( indagato per corruzione) che sta facendo tremare il Csm.