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Itestimoni parlano di un clima di lavoro crudele e impossibile, di vessazioni, umiliazioni, molestie continue. Un clima talmente tossico che avrebbe spinto 19 dipendenti di France Telecom addirittura a togliersi la vita. Si è aperto a Parigi in un’aula stracolma con decine di parti civili il processo all’ex l’ex patron della compagnia Didier Lombard e altri sei ex dirigenti, accusati di mobbing nei confronti di 40 dipendenti di cui la metà è morta suicicida. I fatti vanno dal 2008 al 2013, mentre le udienze continueranno fino a metà luglio.
Un’ondata di morti che sconvolse profondamente l’opinione pubblica francese, ancora oggi in attesa di verità e di giustizia. Secondo gli inquirenti all’interno di France Telecom si era costituirto «un sistema di molestie morali organizzato su scala aziendale dai suoi stessi dirigenti.
«L’attesa perchè si possa parlare, capire, è forte. Forte poichè risale a 10 anni fa. Forte poichè dolorosa,» ha dichiarato la presidente Cècile Louis- Loyant.
La prima denuncia a carico di France Tèlècom - diventata Orange nel 2013 - fu presentata nel 2009 dal sindacato della funzione pubblica Sud. «Il tribunale vuole capire il funzionamento di un’azienda che all’epoca, in Francia, aveva circa 100 mila dipendenti, e vuole capire perchè alcuni di loro si sono suicidati lasciando biglietti contro i propri datori di lavoro», ha aggiunto la giudice.
Alla sbarra Didier Lombard, Ceo dal 2005 al 2010, Louis- Pierre Wenes, ex numero 2 dell’azienda, Olivier Barberot, ex direttore delle risorse umane, e altri quattro co- responsabili processati per «complicità in molestie morali». Saranno giudicati per i comportamentiche hanno tenuto con i dipendenti, secondo alcune denunce, di una «brutalità straordinaria, per destabilizzare i lavoratori e creare un clima professionale ansiogeno».
Chiamate a presentarsi anche le parti civili, tra cui la vedova e i quattro figli di Rèmy Louvradoux, un funzionario di 56 anni che nel 2011 si tolse la vita appiccandosi il fuoco di fronte a una sede della società a Bordeaux. Radunati davanti alla sede del tribunale in segno di sostegno centinaia di ex dipendenti, associazioni di vittime, sindacalisti e normali cittadini. «Quello che ci aspettiamo è la condanna degli ex dirigenti di France Tèlècom, ma anche che presentino le loro scuse» ha detto Patrick Ackermann, del sindacato Sud.