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Cambia il capo di imputazione per il carabiniere che ha ucciso Ugo Russo, il 15 enne dei Quartieri Spagnoli morto ieri a Napoli. Il reato da eccesso colposo in legittima difesa passa a omicidio volontario. Nelle prossime ore ci sarà l’autopsia sul corpo del ragazzo e domani la convalida del fermo per il complice 17 enne, arrestato per tentata rapina. Nel pomeriggio di ieri il papà del ragazzo aveva parlato di vera e propria esecuzione: “Quando alle 6 di questa mattina ci hanno detto che mio figlio era morto, sono corso da lui a prendermi il suo ultimo calore. Adesso è già freddo. Aveva la benda in testa, un colpo a bruciapelo sul petto, aveva il fuoco addosso. E’ stato centrato da un primo proiettile al petto, ma l’altro era dietro alla nuca”, aveva dichiarato Vincenzo Russo. “Io non lo so se Ugo abbia puntato o meno la pistola alla tempia di quel carabiniere – continua – Conosco mio figlio per come è a casa con noi, ma quando è fuori come si fa? Non vado mica dietro a lui”. La certezza di quel colpo alla nuca Vincenzo spiega di averla dai racconti di chi per primo lo ha soccorso: “Dopo il colpo a bruciapelo sul petto – racconta il padre del 15enne – il carabiniere ne ha esploso un secondo quando Ugo, volato in avanti di tre, quattro metri, si è rialzato e stava ormai allontanandosi. Ne sono sicuro perché ha un secondo proiettile dietro la testa, non alla fronte come dicono. Quelli che lo hanno visto soccorrerlo, mi hanno detto che in ambulanza gli tenevano la mano dietro la testa per tamponare il sangue, che davanti era pulito”. E sul 23enne militare, ora indagato per omicidio, dice: “Questo è sceso a Napoli per fare la guerra. E’ stata una esecuzione – incalza Vincenzo Russo – qualsiasi cosa abbia fatto Ugo, perché sparare così?”.