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Zio sam ringraziò Cosa Nostra. L'onorata società è nata in Sicilia ma quella che abbiamo conosciuto, quella descritta da Masino Buscetta, con la sua Cupola, le sue Famiglie, i suoi ' mandamenti', Cosa nostra insomma, quella è invece maturata dall'altra parte dell'Atlantico ed è tornata in patria, dopo la guerra, con i padrini messi fuori dalle carceri americane e rispediti nel Paese d'origine come premio per i servizi resi allo zio Sam durante la guerra, in particolare grazie al controllo capillare del porto di New York.
Il pezzo da novanta era Salvatore Lucania, nato a Lercara Friddi nel 1897, emigrato con la famiglia a New York a 8 anni: Charlie ' Lucky' Luciano. La Cosa nostra che ha occupato schermi, pagine stampate e teleschermi colonizzando l'immaginario di intere generazioni, quella di Puzo, Coppola e Scorsese, la aveva creata lui.
I Mustache Petes La guerra che dilaniò la mafia italo- americana tra il 1930 e il 1931 è passata alla storia come ' guerra di Castellammare' perché il grosso dei soldati venivano da lì, da Castellammare sul Golfo, provincia di Trapani. Si fronteggiavano i mafiosi all'antica guidati da da Joe ' the Boss' Masseria, i ' Mustache Petes' come venivano definiti per l'abitudine di sfoggiare i baffoni, e i nuovi uomini d'onore agli ordini di Salvatore Maranzano, immigrato di fresco da Castellammare, più moderni, spregiudicati, imprenditoriali. Appassionato di storia romana, fu Masseria a organizzare le truppe sul modello di quelle romane, lo stesso descritto cinquant'anni più tardi da Buscetta a proposito della Cosa nostra siciliana.
La vittoria di Lucky Luciano La spuntò Maranzano ma si godette la vittoria per pochissimo. Lucky Luciano aveva organizzato l'assassinio di Joe The Boss dopo averlo invitato a cena, in una scena riprodotta poi alla perfezione da Mario Puzo nel Padrino. Meno di un anno dopo fece uccidere anche Maranzano.
In entrambi i casi si avvalse dell'appoggio della malavita ebrea con la quale era cresciuto: Meyer Lansky, il genio della finanza che in tutta la vita riuscì a non passare un solo giorno in galera, e Benny Siegel, il boss spericolato che adorava occuparsi di persona delle esecuzioni e che una quindicina d'ani dopo avrebbe creato Las Vegas.
Una visione, quella della città del gioco gestita direttamente da Cosa nostra, che gli costò la pelle, probabilmente per le spese eccessive e lo scarso rientro iniziale. Luciano e Lansky, che con Siegel e Frank Costello erano cresciuti nel Lower East Side hanno però sempre negato di aver dato loro l'ordine fatale.
Masseria e Maranzano si erano scannati per la corona di ' capo dei capi'. Lucky Luciano capì che quella corona avrebbe comportato guerre civili infinite. Pur avendo la guerra rinunciò al regno, fece di Cosa nostra una democrazia, assegnò a ogni famiglia il comando sulla città di appartenenza ma divise New York in cinque zone, ciascuna sotto il controllo di una delle principali ' cinque famiglie'.
Al governo fu posta una ' commissione' composta da un rappresentante per ciascuna delle cinque famiglie newyorchesi e altri due soli rappresentanti per tutte le altre. Il primo presidente fu Charlie Lucky.
Il modello delle 5 famiglie L'assetto definito in quel vertice del settembre 1931 avrebbe dominato il crimine organizzato negli Usa e non solo negli Usa per una cinquantina d'anni, fornendo il modello per le organizzazioni criminali di tutto il mondo. Le famiglie di Cosa nostra controllavano tutte le fonti di guadagno illegale, inclusa, dopo qualche resistenza iniziale, la più lucrosa di tutte: gli stupefacenti.
Le famiglie prosperarono anche perché le forze dell'ordine fecero ben poco per contrastarle. J. Edgar Hoover il potentissimo capo dell'Fbi era sbrigativo: ' La mafia non esiste'. Dopo l'irruzione quasi casuale, nel 1957, in un supervertice ad Appalachin, nello Stato di new York, al quale partecipavano un centinaio di boss e dopo che il primo pentito di mafia, Joe Valachi, ebbe svelato nel 1963 gli altarini di Cosa nostra insistere nella tesi della mafia inesistente diventò impossibile.
Ma l'Fbi continuò ad andare giù leggerissima, almeno fino al varo nel 1970 del Rico Act, legge che introduceva per la prima volta il reato associativo per reati di mafia.
Le famiglie si sono combattute a volte, ma molto più spesso gli omicidi eccellenti sono serviti a liquidare i vertici delle singole famiglie. Luciano aveva assegnato la zona di Brooklyn a Vincent Mangano, un ' Mustache Pete' abbastanza sveglio per adeguarsi ai nuovi tempi.
Nel 1951 fu fatto sparire dal suo vice, Albert Anastasia. Anastasia fu a sua volta assassinato dal barbiere nel 1957, probabilmente per ordine di Mayer Lansky. Lo sostituì Carlo Gambino cugino del capofamiglia di Passo di Rigano Totuccio Inzerillo, fatto uccidere nel maggio 1981 da Totò Riina.
Per sfuggire allo sterminio ordinato da Totò U Curtu gli Inzerillo ripararono in massa negli Usa, ospiti dei Gambino. Sono tornati alla spicciolata dopo la morte del corleonese. La maxiretata sulle due sponde dell'Atlantico ha di nuovo decimato entrambe le famiglie.