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LA POLITICA RAGIONA SUL FUTURO DELL’OCCIDENTE AL CONVEGNO ORGANIZZATO DA CICCHITTO
Se c’è una certezza che unisce la maggioranza del governo Draghi, è che dopo la guerra in Ucraina nulla sarà più come prima. Nel rapporto tra Occidente e resto del mondo, nella politica energetica dell’Europa e dell’Italia, nella questione delle spese militari collegata all’appartenenza alla Nato. Tutti temi emersi ieri a palazzo Giustiniani dove diversi esponenti di maggioranza e opposizione si sono confrontati al convegno organizzato dall’associazione Riformismo& Libertà di Fabrizio Cicchitto.
Il quale ha esordito spiegando che l’Occidente è di fronte a due fraintendimenti: «Il primo ha riguardato la globalizzazione, che doveva essere una specie di trionfo dell’Occidente e poi si è visto che è stata qualcosa di molto più complicato - ha detto l’ex colonnello berlusconiano - il secondo è stato quello di ritenere che caduto il comunismo avremmo avuto persone gentili alla guida della Russia, con gravi errori da parte di Berlusconi e Merkel nell’aumentare la dipendenza energetica da Mosca». Ma in che modo tutto questo si ripercuote nella politica attuale del governo?
Ha provato a spiegarlo la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, la quale ha derubricato a «battuta» l’ormai celebre uscita di Draghi sui condizionatori. E rispedendo al mittente le richieste di modifica del Pnrr, dicendo che «ne va della nostra credibilità con Bruxelles». Per poi rimettere il dito nella piaga sul tema delle diverse posizioni interne al centrodestra riguardo alla politica internazionale. «Mi auguro una vittoria di Macron, perché confermerebbe l’asse europeista», ha commentato, strizzando l’occhio a Fratelli d’Italia e tirando le orecchie alla Lega con un netto «la posizione sulla partecipazione alla Nato farà da spartiacque tra populismo e riformismo». Sulla stessa lunghezza d’onda Enrico Borghi, responsabile sicurezza del Pd, secondo il quale il vero obiettivo di Putin è mettere in crisi l’Occidente, e Pierferdinando Casini, che pure di centrodestra ne sa qualcosa. «La posizione di Meloni sull’aggressione russa e sull’Alleanza atlantica è ragionevole, quella di altri ( chiaro il riferimento a Salvini) non la capisco».