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Deve esserci per forza un terrapiattista tra gli esperti che, armati di centimetro, hanno messo a punto le distanze tra ombrelloni e lettini nella riviera romagnola. Lì di sabbia ce n'è un deserto, assai diversa è la situazione sulle scogliere liguri o sulla riviera amalfitana, ma laggiù nessuno ancora si è esercitato a calcolare buche, rocce e precipizi. Dunque il terrapiattista adriatico ha piazzato 5 metri di distanza tra ombrelloni sulla stessa fila e 4 e mezzo su quella alle spalle. Totale: 22,5 metri quadrati. Sotto i quali sistemare un paio di lettini, due o tre figli in manette, una sedia con nonna e pannolino, il pranzo al sacco, frittata di pasta e intrugli vegani che aiutino la coscienza. Poi c'è la scorta di guanti e mascherine che non proteggono dal virus ma raccolgono la sabbia alzata dal vento e darsandali che ciabattano attorno ai parasole. Andrà di moda il megafonino portatile per sussurrarsi a distanza "guarda quella che panza, che arie che si dà, è tutta rifatta, la cellulite, ma la trippa di lui è peggio e ci ha pure i capelli tinti perciò non fa il bagno". L'ultima trovata sarà il drone per scrutare la gnocca laggiù, irraggiungibile. Insomma ci si arrangia. Ma dove colpisce il terrapiattista? Siccome il globo non è una sfera ma è tutto una pianura padana, calcolando i mq ha dimenticato che il sole gira, birichino, sale e scende dall'altra parte e inversamente fa l'ombra. E come spostarsi sotto 40 gradi se lo spazio attorno all'ombrellone è come Fort Knox? L'ombra si sposta di due metri e se la segui rischi la multa, diventi un untore, che c'è quello che si vuole abbronzare e non slitta manco di un palmo. Che poi, se la terra è piatta e l'allunaggio era un fake, perché mai l'ombra non sta ferma?