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Ci mancava solo Zerocalcare a chiudere il cerchio. Il fumettista romano si sfila dalla Fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, non parteciperà al dibattito con la curatrice Chiara Valerio, colpevole di avere invitato in un panel il filosofo Leonardo Caffo, rinviato a giudizio per maltrattamenti contro la sua ex compagna.
Caffo ha rinunciato alla partecipazione, troppe le polemiche, ma Valerio ha difeso la sua scelta e lo ha fatto parlando di garantismo e di presunzione di innocenza. Ecco come replica Zerocalcare: “Gli uomini accusati di violenza continuano a occupare lo spazio pubblico mentre le vittime spariscono in nome di un garantismo che si occupa di tutelare e proteggere solo una delle parti”.
È un’affermazione priva di senso: nello Stato di diritto funziona proprio così, caro Zero, il garantismo protegge necessariamente solo una delle parti, ovvero chi è accusato di un reato, presunto innocente fino al terzo grado di giudizio come recita l’articolo 48 della Costituzione, “la più bella del mondo” solo quando ci fa comodo. Pensare che il garantismo debba tutelare anche la presunta vittima in virtù di un’astratta reciprocità è analfabetismo giuridico. Questo, purtroppo, non è un problema specifico di Zerocalcare ma della cosiddetta società civile, della sua malsana e sciatta passione per processi e linciaggi mediatici.
Notevole in tal senso l’intervento della linguista e attivista Vera Gheno che utilizza il solito stratagemma retorico con cui si afferma qualcosa per poi negarla nel periodo successivo: “Con tutto il garantismo del mondo”. premette Gheno, “invitare un uomo sotto processo per maltrattamenti e lesioni alla propria compagna a tenere una lezione per le scuole non è accettabile”.
A di là delle considerazioni edificanti, da curato di campagna, sull’educazione dei giovani, l’espressione “con tutto il garantismo del mondo” sembra una versione ripulita ma non meno viscida del celebre motto “non sono razzista ma...”, oppure del sempreverde “ho molti amici gay”. Questo è il livello.