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Rosa Vespa, originaria di Cosenza
Il furto dei bambini suscita in tutti noi i peggiori incubi. Delitto orrendo. Rosa Vespa pagherà le sue colpe. Ma merita tutta la campagna di esecrazione, di odio che in questi giorni le si sta rivolgendo contro?
O, forse, mai come in questo caso, sarebbe stato opportuno un atteggiamento più sommesso, di meno ossessiva attenzione delle tv e della stampa (invero più delle prime che della seconda), forse anche un discreto silenzio almeno nei giorni successivi alla prima notizia.
È pur sempre una donna che anela alla maternità, il suo reato va perseguito come legge vuole, il suo sentimento, o almeno quella parte del suo sentimento che esalta il suo desiderio di esser madre e non certo quello che non considera la maternità dell’altra donna che aveva partorito, va guardato con umana comprensione, forse anche con indulgenza almeno dal punto di vista morale, in attesa della sentenza che definirà il caso da punto di vista giuridico. Invece solo ogni possibile cattiveria. È stata il mostro di tutte le prime pagine e di ogni talk show.
Lei avrà compiuto un atto molto cattivo, ma è difficile considerarla una persona cattiva, che nutre odio e malanimo verso gli altri, noi invece siamo stati con lei profondamente cattivi, con tutto il nostro essere, con tutto il nostro sentire.
Un momento di bontà? Solo dal marito. Preso in giro, a momenti coinvolto a sua insaputa nell’atto sconsiderato della moglie, in un grave delitto e, però, esprime il suo perdono.
Quest’uomo, che per primo avrebbe dovuto avere esecrazione, ha dimostrato senso di umanità di cui, ai nostri giorni, si vedono pochissime tracce.