In gioventù si protestava contro la repressione nel Cile di Pinochet che colpiva anche artisti come Victor Jara, ucciso nello stadio di Santiago e qualcuno, anche se non tutti, si batteva per la libertà dei dissidenti nei paesi dell’Est europeo, ricordo gli appelli e le manifestazioni al Club Turati Milano a sostegno degli oppositori cecoslovacchi di Carta 77.

Sembrano tempi lontani. Oggi il silenzio circonda la sorte di uno scrittore detenuto in Algeria, Boualem Sansal. Credo che ben pochi dei giovani che un tempo sfilavano e ora camminano con la testa china sul cellulare sappiano chi sia Sansal. È uno scrittore franco- algerino con doppia nazionalità, ha 75 anni e, come lo vediamo nelle fotografie, con i suoi capelli lunghi e gli occhiali qualche volta tondi un po’ alla John Lennon, assomiglia ad un hippy anziano.

Ha scritto romanzi importanti, pubblicati anche in Italia da Neri Pozza. Uno di questi romanzi “2084 la fine del mondo”, per il quale ha vinto anche un premio dell’Acadèmie francaise, condanna il totalitarismo islamista e infatti riecheggia nel titolo il romanzo 1984 di George Orwell.

Ha voluto coraggiosamente tornare nel suo Paese di origine nonostante fosse avvisato del pericolo di persecuzioni ed è stato arrestato il 16 novembre 2024 all’aeroporto di Algeri.

È stato accusato di aver affermato, in occasione di una intervista a una emittente francese, che l’Algeria, nel ridisegnare i confini nel periodo postcoloniale, si era appropriata di una parte di territorio che in realtà era marocchina. Una semplice opinione. Tutto qui. Ma per il governo di Algeri quella è una minaccia all’unità nazionale ed equivale a un reato di terrorismo. Come se qualcuno di noi fosse arrestato e condannato perché sostiene, senza usare alcuna violenza, che l’Alto Adige dovrebbe ritornare all’Austria.

In realtà le colpe dello scrittore sono anche più gravi. Ha denunciato negli anni il pericolo islamista e poi la corruzione diffusa che caratterizza l’attuale regime. Ha inoltre mostrato rispetto per Israele rifiutandosi, unico scrittore arabo, di boicottare la Fiera del libro Parigi in cui ospite d’onore era Israele. Ha fatto anche una visita in quel Paese. Questa è la sua vera colpa. Su di lui pesa anche una fatwa di Hamas.

Una Corte algerina lo ha condannato a 5 anni di reclusione. Una pena che per un uomo della sua età e gravemente malato lo mette a rischio. Sansal è il Dreyfus d’Algeria e rischia di fare la fine dell’oppositore russo Navalny.

La speranza delle primavere arabe è stata tradita e quello di Sansal non è un caso isolato. Pochi giorni fa una Corte di Tunisi ha condannato, al termine di un processo senza garanzie difensive, 40 tra esponenti politici di varia estrazione, avvocati, imprenditori e giornalisti accusati di cospirare contro la sicurezza dello Stato e di aver costituito un gruppo terroristico. Molti sono detenuti da due anni e in realtà sono solo oppositori del governo che, come in Algeria, è diventato regime. Ad alcuni imputati è stata contestata come “prova” della cospirazione addirittura il rapporto con diplomatici europei in Tunisia, tra cui quello italiano Per comprendere che si tratta di un processo farsa basta ricordare che tra i condannati c’è il filosofo francese Bernard Henri- Levy, addirittura a 33 anni di reclusione, in contumacia per fortuna. Sembrerebbe una fake news se non fosse riportata dai quotidiani. Comunque al filosofo francese conviene non andare in vacanza in Tunisia.

Sono vicende cui in qualche modo non siamo estranei perché la vicinanza del nostro governo all’autocrate tunisino Kais Saied gli ha consentito di stipulare un accordo con l’Unione Europea che prevede fondi in cambio dell’impegno a rafforzare i controlli sui flussi migratori verso Lampedusa In Francia per Boualem Sansal è iniziata per lo scrittore una forte mobilitazione che vede anche l’impegno del presidente Macron.

Ma la detenzione di Sansal non è solo una disputa che riguarda la Francia e l’Algeria, animata da vecchi rancori. La sua libertà, quella di un cittadino europeo, riguarda tutto in tutti noi. L’Europa fonda la sua storia sulla libertà di pensiero e di espressione per tutti. Da questo è venuto tutto il resto: l’idea dell’uguaglianza tra gli uomini, lo sviluppo economico, il progresso scientifico, la cultura e le arti. Pur tra molti errori che tuttavia solo in un sistema che rispetta i diritti dell’uomo si possono rimediare.

I libri di Sansal sono tradotti e letti in tutta Europa. Quindi quello che viene fatto allo scrittore viene fatto anche a noi e ai nostri valori, la sua libertà è anche la nostra e se l’Europa si dimentica di lui dimentica sé stessa.