«Una dentista alla guida del Maxxi», titolava con malizia Repubblica qualche giorno fa, «Un’odontoiatra al posto di Giuli», ha rincarato la dose l’Unità, mentre il direttore del Fatto Marco Travaglio non ha mancato di ironizzare sulla «dentista amica di vecchia data di Sangiuliano», un po’ come Lucia Annunziata che, sulla sua pagina Facebook, si chiede quali competenze possa avere un’esperta di odontoiatria per dirigere il celebre museo romano.

Per non parlare dei social, dove da giorni abbondano similitudini pecorecce con Nicole Minetti, l’igienista dentale che Silvio Berlusconi fece eleggere al consiglio regionale della Lombardia. Di fronte alle falangi mediatiche dell’opposizione Raffaella Docimo, che avrebbe dovuto occuparsi pro tempore della direzione del Maxxi, ha deciso di rinunciare all’incarico. Ma davvero il governo aveva deciso di sostituire Alessandro Giuli con una dentista senza arte né parte? Basta dare una rapida spulciata al curriculum della dottoressa per accorgersi che non è così.

In primo luogo Raffaella Docimo non è titolare di uno studio dentistico e non passa le giornata a otturare i molari ma è una professoressa ordinaria all’Università Tor Vergata che ha pubblicato circa 180 articoli su riviste scientifiche italiane e internazionali. È stata membro del consiglio di amministrazione dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma ed è da vent’anni socio fondatore dell’Associazione Roma per il Teatro dell’opera. Appassionata di musica e di arte ha partecipato al Programma “I live Maxxi” e, dal 2016 è membro dell’Associazione amici del Maxxi.

Magari non sarà Johan Winckelman e nemmeno Giulio Carlo Argan, ma è una buona manager che conosce la storia e le dinamiche del museo. Eppure l’hanno fatta passare per una miracolata, per una soubrette meloniana che si occupa di carie e ascessi, sollevando un’inutile polemica sul nulla che però, alla fine, ha ottenuto gli effetti desiderati...