L’aeroporto di Cagliari porta il nome di Mario Mameli, aviatore e membro della 15ª Squadriglia da bombardamento Caproni, altrimenti detto “La disperata”. Sotto il comando di Galeazzo Ciano ha prestato servizio nella guerra di Etiopia, quella in cui gli italiani gasarono la popolazione locale con l’iprite (gas mostarda).

L’aeroporto di Perugia invece è dedicato ad Adamo Giulietti, anche lui aviatore, perse le vita nella guerra di Spagna, dove combatteva come volontario delle milizie fasciste in appoggio all’esercito di Franco. Lo scalo umbro venne inaugurato nel 1938 da Benito Mussolini che pronunciò un discorso in onore di Giulietti.

Con precedenti così illustri fanno davvero sorridere le polemiche intorno all’aeroporto milanese di Malpensa, che il governo ha deciso di intitolare allo scomparso Silvio Berlusconi, incassando il via libera dell’Enac. «Una vergogna», tuona il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. Marco Grimaldi. Più spiritosa (si fa per dire) Greta Cogotti, consigliera comunale meneghina del Pd: «Gli dovrebbero dedicare in night o un centro massaggi con happy ending». Naturalmente non potevano mancare le parole di Marco Travaglio, delicatissimo come sempre: «È il finanziatore degli stragisti». Boom. Il sindaco di Milano Beppe Sala invece non entra nel merito, per lui è una questione di metodo: «La Sea non è stata avvertita, è uno sgarbo istituzionale tipico dei tempi barbari che stiamo vivendo».

Certo, la zelante operazione del centrodestra è intrisa di provincialismo e propaganda, ma la crociata contro il nulla lanciata dai suoi oppositori, il grottesco fronte dell’aeroporto che scava simboliche trincee attorno a Malpensa è lo specchio di una politica ridotta ana puerile parodia di se stessa.