In poche ore il profilo X di Luigi Mangione è passato da poche decine di follower a quasi mezzo milione. L’account è stato chiuso ma su tutte le principali piattaforme social, da Tik Tok a Facebook a Instagram, sono spuntate migliaia di pagine fan che inneggiano al killer di Brian Thompson, tutto un fiorire di like, cuoricini, meme, parodie e frasi motivazionali che chiamano alla rivolta contro le assicurazioni sanitarie e il sistema capitalista

E siccome in America ogni scusa è buona per mettere su un business non poteva mancare un ricco merchandising: per una manciata di dollari si possono acquistare magliette, tazze, portachiavi, asciugamani con l’effige di Mangione mentre la giacca Levis che indossava quando ha ucciso il Ceo di UnitedHealthCare ha decuplicato le vendite nei grandi magazzini Macy.

No, Luigi Mangione non è un simbolo di giustizia, non è la risposta sbagliata a una domanda giusta come in molti sostengono. L’omicidio a sangue freddo di Thompson non rappresenta la vendetta del popolo contro le élite e non servirà certo a rendere meno crudele e classista la sanità americana, si tratta di un gesto tragico e violento commesso da una persona malata che ha bisogno di cure e non di seguaci.

Osservare milioni di persone adulte che ne parlano come una specie di Gaetano Bresci contemporaneo è uno spettacolo malinconico. Ma in fin dei conti coerente con un’epoca che vive la politica come fosse la trama di una serie Netflix e il cui massimo orizzonte rivoluzionario sembrano essere gli slogan farlocchi dei banditi della Casa di carta e la tutta paccottiglia con le mascherine di Guy Fawkes e di V per vendetta, insomma puro spettacolo. Luigi Mangione è l’eroe di cui non avevamo bisogno ma che in fondo ci siamo meritati.