Il 26 giugno del 1963 il presidente Kennedy parlando nella capitale della Repubblica Federale Tedesca scandiva queste parole: «Ci sono molte persone al mondo che non capiscono, o che dicono di non capire, quale sia la grande differenza tra il mondo libero e il mondo comunista. Vengano a Berlino!».

Allo stesso modo, dinanzi all'ennesimo maxi blitz di ieri in Calabria, non avrei dubbi a dire: se credete che nella estrema regione del Sud vi sia legalità e rispetto per la Costituzione, lotta alla ’ndrangheta e siano in corso grandi operazioni per la legalità, insomma se credete a tutto questo, venite in Calabria. Quasi ogni maxi operazione non è altro che un cocktail preparato da sapienti barman. Un cocktail in cui si miscela con fantasia tanta ’ndrangheta di paese promossa sul campo a grande Mafia; per esempio i “papaniciari”, trattati come fossero i corleonesi di Totò Reina.

Un omicidio pescato negli archivi ammuffiti, qualche episodio di corruzione - vera o supposta - e quindi un bel cucchiaio di politici: una ciliegina, in questo caso l'ex presidente Oliverio, ed il cocktail è quasi pronto. Bisogna frullarlo con grande energia in modo da non distinguere i singoli elementi. Per esempio nessuno si deve far venire il dubbio che l'Oliverio odierno è lo stesso che è stato assolto tre volte negli ultimi mesi dopo essere stato mandato al confino, privato dei diritti politici e poi prosciolto perché, secondo la Cassazione, l'inchiesta era viziata da un chiaro pregiudizio accusatorio.

Alla fine bisogna stupire con gli effetti speciali: la colonna aviotrasportata, le sirene ululanti nella notte i militari in divisa, la conferenza stampa stile Sud America. Il cocktail è servito. Bevete assetati giornalisti di regime. Bevete a volontà ma non fate domande sgradite. Beva la classe politica calabrese, che salvo qualche eccezione è la più sottomessa, scroccona e incapace di Europa. È il solo modo che ha per salvarsi e non è un caso se nelle inchieste finiscono sempre quei politici, senza protezione o che si son rifiutati di baciare la “sacra pantofola”. Beve la classe dirigente nazionale che si sente così sollevata dalla grave e storica responsabilità di far morire giorno dopo giorno la Calabria.

Kennedy concludeva il suo discorso con le famose parole: io sono cittadino di Berlino. Per me è molto più facile, perché la Berlino occupata, divisa, umiliata e oppressa è la mia Calabria. Io sono calabrese. Altro non posso fare che sentirmi incluso idealmente nella lista di ogni blitz. Da Stilaro, a Plati, da Rinascita Scott ad oggi. Ci sono! Vecchio, disperato, deluso più o meno isolato, con la consapevolezza che la Calabria peggiore non ha trovato e non troverà posto in quelle liste.

E se qualcuno non crede a quanto sto dicendo, ripeto: venga in Calabria. Entri nel “labirinto” e non si limiti a farsi offrire un cocktail col ghiaccio in qualche procura per poi andar via convinto di aver capito tutto. Cerchi di parlare con chi realmente vive in trincea, dia una occhiata al comunicato della Giunta regionale senza dimenticare quello del Pd. Comunicati che aiutano a capire che razza di teatro dei pupi è stato allestito nella mia Regione.