Ha vinto Donald Trump. Ha vinto l’America più arrabbiata, chiusa in sé stessa, impaurita. Ha vinto il miliardario amato dall'America meno scolarizzata, più povera, che ha in odio l'altra America, quella delle élite del circolo degli Obama e dei Clinton. Su questo la sinistra, e non solo quella americana, avrà molto di cui ragionare.

Trump ha saputo incarnare il malessere profondo di un paese che si sente tradito dalle illusioni di una globalizzazione che continua ad arricchire pochi e a impoverire molti. Ha parlato direttamente a quel popolo che si sente invisibile, dimenticato nella periferia dell'impero, e lo ha fatto con parole semplici, dirette, a volte brutali.

Ha vinto Trump, certo, ma dietro di lui si staglia l’ombra di Elon Musk, il vero Deus ex machina di questa vittoria. L’uomo dei social network, il signore dello spazio. Colui che sta ridisegnando i confini della proprietà privata e della comunicazione pubblica, ha dimostrato di riuscire influenzare il racconto pubblico, di alterare l’opinione globale a colpi di tweet. È un’arma apparentemente “discreta” ed egualitaria, ma la verità è che è terribilmente verticistica e in grado di condizionare democrazie, governi, e il libero mercato delle idee. In questo Trump e il trumpismo sono avanti anni luce rispetto alle sinistre mondiali.

Musk e Trump, insieme, possono ridisegnare la geopolitica a loro immagine. La loro affinità per una politica isolazionista e autoritaria allarma già le cancellerie mondiali. In Ucraina, ci chiediamo se la vicinanza di Musk a Trump significhi il disimpegno americano e la consegna definitiva della partita a Putin. E nel conflitto In Medio Oriente ci domandiamo se scaveranno nuovi fossati o lavoreranno per una de escalation.

E l’Europa? Nessun dubbio: l’Europa è oggi più sola e allora dovrà dimostrare di essere capace di prendere in mano il proprio destino per difendere i propri valori. Insomma, in questo scenario fosco, l'Europa ha l'opportunità di riscoprire se stessa. Di rafforzare la propria identità, di diventare un attore globale maturo e responsabile.

Trump ha vinto, ma la partita è ancora aperta. L'Europa deve essere all'altezza della sfida. Serviranno le forze e le menti migliori.