Talvolta, anche se raramente, accade che uno studioso giunga ad essere universalmente considerato un Maestro. Una elevazione che è possibile raggiungere quando l'espressione di un pensiero o di una ricerca supera l'originalità per diventare generativa, così da consentire ad altri studiosi di svilupparne le potenzialità. Ed è proprio questo che è accaduto con Guido Alpa, come chiunque ha avuto il privilegio di dialogare con lui o più semplicemente ascoltarlo o leggere uno dei suoi numerosi scritti, può testimoniare.

Non di meno il Prof. Alpa, pur giungendo ad essere uno dei più importanti giuristi italiani e tra i più illuminati civilisti internazionali, come comprovano le tre lauree honoris causa conferitegli dall’Università Complutense di Madrid, dall’Università di Buenos Aires e dall’Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima, non è rimasto chiuso nella sua torre d'avorio, come spesso accade nel mondo dell'accademia, ma ha fino all’ultimo curato la ricerca con la stessa intensa passione con la quale ha esercitato la professione forense.

Nei suoi oltre dieci anni di presidenza del massimo organo rappresentativo dell'avvocatura italiana ha affrontato, in larga parte risolvendoli, gli aspetti problematici del ruolo dell’avvocato senza mai cedere alla rassegnazione della complessità di far valere nella sua essenza la funzione del giurista che egli poneva al centro dell’ordinamento giuridico, in un sistema che sempre più mostra di non potere fare a meno del senso di responsabilità dell’interprete. Quindi non  "... un semplice spettatore” che «si limita a descrivere come il sociologo le evoluzioni della società ne a pronosticare l'andamento dei mercati, talvolta con inattesa smentite come fa l'economista, né a studiare gli archetipi dei consorzi umani come fa l'antropologo».

Una riflessione ma soprattutto un insegnamento per “gli operatori del diritto, cioè gli accademici, i giudici, gli avvocati, i notai, e ovviamente in primis, i forgiatori delle leggi ' il cui ruolo è “governare la società e quindi il destino degli individui'. La morte di Guido Alpa all’età di 77 anni, lascia un vuoto nel mondo universitario nel quale è entrato a far parte in maniera organica a partire dalla sua laurea con lode nel 1970 fino al riconoscimento di professore emerito di diritto civile dell’università di Roma “La Sapienza”, marcando il suo impegno con memorabili lavori monografici e trattati nelle materie civilistiche e privatistiche.

Ma anche nel mondo dell’avvocatura al quale si è iscritto nel 1974 fino a divenire Presidente emerito del Consiglio nazionale forense del quale è stato componente dal 1995. Come pochi il Prof. Alpa è riuscito a coniugare lo studio e la professione con la passione civile rivestendo incarichi pubblici di alto livello e conseguendo prestigiose onorificenze tra le quali quella di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica, di Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e di Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno.

Schiere di allievi hanno apprezzato la straordinaria disponibilità del Maestro, la sua generosità e l’instancabile dedizione al lavoro. Ma anche l’apertura al confronto con altre esperienze di pensiero e la sensibilità nel cogliere le innovazioni più rilevanti del nostro tempo.

Il suo ricordo servirà per «risvegliare le coscienze, spesso addormentate dalla ottundente quotidianità che costituisce una sorta di posizione soporifera» contro la quale, come ci ha insegnato, sempre bisogna combattere.