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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri
Incredibile ma vero per il carattere diabolico che possono avere le coincidenze o simmetrie anche, o soprattutto, in politica. Giorgia Meloni mentre, volente o nolente, insegue o insidia l’elettorato del compianto Silvio Berlusconi per le difficoltà oggettive di Forza Italia dopo la scomparsa del fondatore, ne ripercorre anche la vita privata, sia pure a parti rovesciate. Lei infatti si ritrova in qualche modo nei panni di Veronica Lario, l’ex moglie del Cavaliere, e il suo già ex convivente Andrea Giambruno, padre della figlia Ginevra, in quelli di Berlusconi per i suoi imbarazzanti fuorionda con una collega di redazione. Fuorionda peraltro “rubati” da una rete all’altra del Biscione.
Prima di precipitare in una famosa lettera di protesta a Repubblica per le frequentazioni del marito e nel divorzio, i rapporti fra i coniugi Berlusconi - sposati in Comune dall’allora sindaco Paolo Pillitteri dopo che avevano già avuto figli - si erano incrinati per una cena abbastanza affollata di Forza Italia in cui il Cavaliere aveva detto alla bellissima Mara Carfagna che l’avrebbe corteggiata o persino impalmata se non fosse stato già ammogliato. Che era in fondo, o apparve ai più, e non solo alla lontana Veronica, un modo di corteggiarla lo stesso. O comunque di desiderarla.
La stessa Carfagna, ancora oggi bellissima con i suoi 47 anni portati come se ne avesse meno d 30, rimase infastidita più che lusingata dalle parole del suo mentore, che l’aveva portata nei piani alti della politica dagli studi televisivi e dalle passerelle della moda. Da quel giorno tutto ciò che accadeva politicamente fra i due - da un semplice scambio di saluti, o di parole dietro al banco di un convengo o di una conferenza stampa, da voci sul proposito di nominarla portavoce del partito, o qualcosa del genere, alla nomina a ministro dello stesso Berlusconi nel 2008 e di Mario Draghi nel 2021 - apparivano a torto o a ragione come segni di un loro legame particolare. A smentire o troncare il quale arrivò alla fine la rottura politica della Carfagna con Berlusconi quando questi decise di togliere la fiducia al governo Draghi e contribuì a provocare le elezioni anticipate dell’anno scorso.
Carfagna, già salita nel 2018 alla vice presidenza della Camera, decise di seguire la collega, amica e ministra Mariastella Gelmini passando nel 2021 nel partito di Carlo Calenda, assumendone poi la presidenza, e nel cosiddetto Terzo polo dallo stesso Calenda allestito con Matteo Renzi. Anche i due, più coltelli che fratelli, ora hanno appena completato la loro rottura. Tutte storie di unioni e divisioni a doppio taglio, personali e politiche, che ingolosiscono cronisti, retroscenisti, analisti e simili.