Succede che tra una pubblicità (ingannevole) del Conto arancio e una della pummarola Cirio, i musicisti di Elio e le storie le tese decidono di abbandonare “X”: «Elon Musk è un pericolo per la democrazia e la libertà», tuonano gli Elii in un impeto civile da Concerto del primo maggio. Pochi minuti dopo arriva l’analogo annuncio su Instagram di Piero Pelù ex frontman dei Litfiba: «Visto le pericolosissime dichiarazioni neo totalitarie e neo imperialiste esternate da E. Musk ho deciso di chiudere il mio profilo».

Più laconico ma non meno definitivo il compositore Nicola Piovani che chiosa: «È arrivato il momento di uscire». L’europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo è invece dispiaciuto per la perdita di follower, ma se c’è da mettere in campo il coraggio politico non ci si può mica tirare indietro: «Ho deciso di lasciare X e lo faccio a malincuore. Mi dispiace innanzitutto per gli oltre 70mila che mi seguivano ma le ultime prese di posizione del signor Musk contro i magistrati italiani (...) mi impediscono di continuare a essere presente su X». C’è da giurare che nei prossimi giorni l’elenco dei vip progressisti in fuga da X si gonfierà di nuove prestigiose firme.

Ora, possiamo immaginare lo sconcerto dell’uomo più ricco del pianeta da pochi giorni super-consigliere dell’uomo più potente del pianeta davanti a questo esodo biblico di personalità dalla sua piattaforma social, ma non è questo il punto.

La sproporzione di influenza e visibilità tra il padrone di Tesla e i piccoli calibri dello star system italiano non è un dato rilevante. Lo è invece e l’altissima idea di sé che sembrano avere lo nostre celebrità, l’intreccio tra provincialismo e mitomania con cui annunciano al mondo la chiusura di un profilo social.

Un’idea corroborata dalle sofferte parole di Pelù: «Molti mi dicono che sono un folle a prendere questa decisione ma credo che oggi sia fondamentale dare dei segnali chiari di dissenso civile». Un folle, proprio.