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PAOLO MIELI GIORNALISTA
Scriveva qualche giorno fa Paolo Mieli, a proposito dell’ennesima assoluzione di Mario Oliverio, che il dottor Gratteri farebbe bene ad offrire un caffè all’ex presidente della Regione Calabria. Dacché si trova potrebbe aggiungere un altro caffè per Nicola Adamo assolto l’altro giorno dal tribunale di Cosenza in un processo nato dal blitz natalizio “Rinascita Scott” e, sempre restando nell’ambito dello stesso processo, farebbe bene ad offrire almeno un ginseng a Gianluca Callipo, giovane sindaco di Pizzo, tenuto in carcere per tanto tempo e poi assolto con formula piena. A questo punto però non ci si può fermare al ceto politico e mi rendo conto che se l’ex procuratore di Catanzaro volesse offrire un mezzo caffè ad ogni innocente arrestato in Calabria saremmo nell’ordine di diverse migliaia.
Il fatto che Mieli pensi che tutto possa essere chiarito sorseggiando un caffè mi turba molto perché costituisce la prova evidente di quanto la grande stampa e l’intellighenzia italiana abbiano voluto chiudere gli occhi e le orecchie sulla tempesta giudiziaria scatenata sull’estremo Sud e che lasciato indenne la ‘ndrangheta … ma che ha spezzato ogni possibile resistenza del popolo calabrese ad un disegno politico di stampo neo coloniale che ha fatto scivolare la Calabria all’ultimo posto tra le Regioni di Europa insieme alla Guayana francese.


La Calabria è stata depredata, marginalizzata, commissariata, infangata, smontata a pezzi e abbandonata dalle classi dirigenti nazionali e regionali… ma l’Italia conosce un’altra storia e, quello che è ancora più grave, molti calabresi sono stati convinti che la loro storia sia quella raccontata da alcune procure.
Nel dir questo non mi riferisco ad alcun complotto ma piuttosto ad una oggettiva convergenza di interessi tra coloro che, per far passare i loro disegni, hanno consegnato la Calabria agli ascari. Di una tale sconfitta storica del popolo calabrese, l’ex procuratore di Catanzaro è stato un importante “protagonista”, ma la responsabilità politica va ascritta a “menti raffinatissime” che hanno operato in Calabria e fuori. Per esempio la già malconcia “Sinistra” calabrese è stata devastata da processi flop ma, per decisione nazionale, invece di reagire con dignità si è acquartierata in qualche sottoscala purché vicino alle procure, scindendosi con il proprio popolo e la propria storia. Il risultato è stato che alle elezioni regionali del 2019 Pippo Callipo, uomo decisamente di destra, ha rappresentato la Sinistra. Ancora più significativa la presenza di Callipo e della Santelli (candidata della destra) sotto le finestre del procuratore di Catanzaro per esprimere la loro vicinanza per non so bene quale motivo.
Ritorniamo a Mieli con un esempio: pochi anni fa l’opinione pubblica italiana, e non solo, è stata messa a conoscenza che in Calabria era scattata «la più grande operazione contro la criminalità organizzata dopo il maxiprocesso di Palermo». I tremila carabinieri impegnati hanno agito in assoluta segretezza come si stesse scatenando una controffensiva in territorio nemico ed il segreto era funzionale al successo; quasi quattrocento persone sono state portate in carcere alla vigilia di Natale.
Per celebrare il processo venne allestita, in tempi record, la più grande sala delle udienze di Europa con tanto di cartelli pubblicitari da far concorrenza alle più grandi catene di supermercati; uno di questi è collocato nell’ aeroporto di Lamezia al posto di “Benvenuti in Calabria”. Dopo sei anni cosa resta di tutto ciò? Solo stanche ed annoiate udienze che si susseguono senza pubblico, senza stampa e senza alcun interesse. Dinanzi a tutto ciò la grande stampa e gli intellettuali fischiettano e, di tanto in tanto, fanno cadere qualche sentenza salamonica sulla Calabria e sui calabresi di cui non sentiamo alcun bisogno.
Per ritornare a Mieli: in Calabria non è stata commessa una birbonata o una singola offesa da chiarire sorseggiando un caffè, ma c’è stata inflitta una sconfitta dalla quale sarà difficile riprendersi. C’è chi ha combattuto con coerenza, dignità e coraggio ma senza alcuna speranza di vincere. Mieli avrebbe l’autorevolezza, la penna, le giuste relazioni per contribuire a far chiarezza su quanto è successo nella nostra Regione … lo faccia! Saremmo disponibili ad offrirgli un caffè.