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Republican presidential nominee former President Donald Trump listens during an event on combating antisemitism at Trump National Golf Club, Thursday, Aug. 15, 2024, in Bedminster, N.J. (AP Photo/Julia Nikhinson)
Non riuscirei a dirlo meglio di quanto abbia fatto l’ex deputata dem Paola Concia con un semplice e “definitivo" post su Facebook: «Con l’insediamento di Trump arriva una nuova epoca. E la sinistra mondiale? Con questa sinistra non si va da nessuna parte. Nel mondo. Nemica della libertà, nemica della tecnologia, con una idea cupa del futuro, che vuole mettere le mutande e cancellare libri, storie, scrittori, statue, eccetera, andando a braccetto con l’Islam. Nemica delle donne. Una sinistra senza un progetto di società, che ha paura di tutto e vuole regolare tutto. Mentre il futuro ci incalza nel bene e nel male, la sinistra guarda al passato con idee polverose. Ci vorrebbe uno sguardo di sinistra nuovo verso questo futuro, ma chi fa politica oggi a sinistra è pigro e vuole solo mantenere quella fetta di consenso che, con un sospiro di sollievo, non la fa governare, perché oggi governare questo mondo nuovo è complicato».
Bene, brava, bis. Le parole di Paola Concia sono un colpo secco, un bisturi che recide con precisione chirurgica il nervo scoperto delle sinistre occidentali. Non è un giudizio, è una sentenza che coglie in pieno il "sospetto" e l’inadeguatezza della sinistra nei confronti della modernità . E così l’Intelligenza artificiale diventa un Frankenstein da soffocare; la Blockchain e le criptovalute una sorta di Satana in versione Wall Street; e infine i social che altro non sono se non un covo di hooligan digitali da purgare con il catechismo del politicamente corretto. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, solo la stessa paura con la quale si vorrebbe inchiodare il mondo a un Novecento eterno, una camera iperbarica dove l’innovazione è considerata un sabotaggio della santa memoria.
Ma il futuro, per sua natura, non ha remore. Lo ha capito Trump, e lo ha capito Meloni, che si muove nel digitale con l’agilità di un hacker politico. Lo capisce chiunque non abbia paura di sporcarsi le mani con il nuovo. E qui sta il punto: la sinistra non regola, demonizza. Non costruisce, censura. Ogni algoritmo diventa il Leviatano, ogni piattaforma un’arma nemica. E così, mentre la destra manipola i nuovi strumenti come scalpellini del potere, la sinistra resta a guardare, incapace di uscire dal suo seminario di lamenti moralistici.
Il risultato è una disfatta culturale su tutta la linea. Come nota il New York Times, la destra ha già vinto la guerra culturale: non perché sia più intelligente o più lungimirante, ma perché è spudoratamente pragmatica. Podcast, piattaforme alternative, social network: strumenti che la destra ha colonizzato mentre la sinistra sfogliava le sue vecchie dispense di sociologia.
Prendiamo Elon Musk: ha trasformato Twitter in X, un laboratorio di sperimentazione per la narrazione conservatrice. O Joe Rogan, maestro del populismo ambiguo, che domina la scena dei podcast. Anche i giganti della tecnologia – Meta, Google – si sono adattati al vento che soffia da destra, negoziando con chiunque detenga il telecomando del mondo. E mentre tutto questo accade, la sinistra si gingilla con la nostalgia, piagnucola sulle proprie illusioni perdute, si aggrappa al passato come un naufrago alla propria zavorra.
Demonizzare non è una strategia, è un suicidio. Il potere appartiene a chi scrive le regole del gioco, e la modernità non aspetta. Si cavalca, si regola o si viene travolti. Trump lo ha capito, altri no. E così, mentre la sinistra cerca di fare i conti con le ombre del passato, la destra illumina la scena. Perché il futuro non si ferma, e chi non lo capisce è già caduto.