Due 80enni si contendono la poltrona di uomo più potente del pianeta. Uno, Joe Biden, sembra ormai arrivato al capolinea, fisicamente e mentalmente inadeguato al compito, confuso e indebolito al punto da farsi allegramente bullizzare dal suo avversario in diretta tv. L’altro, Donald Trump, possiede ancora il vigore e il gusto della lotta, ma rimane un impresentabile per le sue posizioni estreme, per le sue provocazioni pericolose, per i suoi interessi privati.

Che Trump abbia stravinto il primo dei tre duelli televisivi previsti prima delle presidenziali di novembre è certo. Ma non lo ha fatto per meriti propri, quanto piuttosto per manifesta inferiorità del suo avversario, incapace di replicare alle volgarità del tycoon e di articolare frasi di senso compiuto nonostante la sua amministrazione abbia fatto anche cose buone. Al punto che la sua sostituzione in corsa con un candidato o una candidata più giovane è passata da mera suggestione giornalistica a ipotesi concreta. Un confronto pietoso e senile, in cui nessuno dei duellanti ha discusso sui programmi provando a tratteggiare una vaga idea di futuro; entrambi intenti a darsela di santa ragione ad attaccare la vita privata dell’altro, incapaci persino di stringersi la mano all’inizio del duello.

Ma davvero l’America, che secondo alcuni è il centro di gravità della democrazia occidentale, si è ridotta così? È mai possibile che un Paese di oltre trecento milioni di abitanti non estragga dal cilindro una leadership più moderna e più credibile?

È il crepuscolo di un intero modello politico dove la politica non c’è semplicemente più. I repubblicani ormai proni e sottomessi a The Donald che, con la sua Opa ostile, si è mangiato tutto il partito. I democratici soffocati da una classe dirigente priva di smalto e infarcita di tecnocrati che non vuole cedere il passo alle nuove generazioni.

Un tempo, almeno, gli Stati Uniti erano una formidabile fabbrica di leader carismatici, da Roosevelt a Kennedy, da Reagan a Obama, personalità che hanno lasciato un impronta profonda nella vita della nazione e cambiato i destini del mondo. Oggi, all’ombra del declino dei partiti, anche i leader sono diventati delle maschere malinconiche, delle caricature di se stessi.

Mai nella vituperata vecchia Europa, dove la partecipazione orizzontale alla vita politica nonostante tutto rimane ancora in piedi, potremmo assistere al misero spettacolo che ci stanno offrendo i cugini americani. E spiace davvero dirlo, ma Joe Biden e Donald Trump malgrado le differenze di levatura politica e morale, sono le due tristi facce della stessa medaglia.