Cathy La Torre: «L'omofobia? Ognuno di noi può interrompere la catena del pregiudizio» - VIDEO
TAPPA 2: FERRARA. Roberto incontra l'avvocata Cathy La Torre per parlare di omostransfobia: «Il pregiudizio non si combatte soltanto con azioni repressive, con una legge contro i crimini d'odio, servono anche azioni positive sul piano culturale»
https://youtu.be/bIG9wc8t5SY *Servizio video di Lorenzo Tardioli e Nicola Campagnani, collettivo Lorem Ipsum Da Piacenza a Ferrara, continua il lungo viaggio attraverso i pregiudizi. Per parlare di omotransfobia Roberto Sensi ha incontrato l'avvocata Cathy La Torre, che da sempre si batte per i diritti LGBTQ+. «Ognuno di noi può fare una rivoluzione, siamo delle piccole grandi rivoluzioni - spiega La Torre - ognuno di noi può interrompere la catena del pregiudizio».
Che cos'è l'omotransfobia?
Normalmente con questa definizione si intende indicare l’odio verso le persone omosessuali, cui si aggiunge anche la dimensione dell'odio verso le persone trans. La definizione giuridica è infatti odio e repulsione nei confronti delle persone, basato su identità di genere, in particolare verso le persone gay, lesbiche, trans, non binarie e queer.
Quali sono i pregiudizi più ricorrenti e radicati che queste categorie di persone devono affrontare ogni giorno?
Tantissimi. Tra i più radicati c'è quello secondo cui essere gay, trans, bisex eccetera sia una scelta. E siccome è una scelta, puoi essere picchiato, bullizzato, discriminato. Perché secondo qualcuno hai fatto la scelta sbagliata. Invece bisogna capire che non è una scelta, ma una condizione. Come non si sceglie di essere alti o bassi, così non si sceglie di essere quello che si è dal punto di vista dell’identità sessuale. Essere discriminati in base a ciò che si è, è la più grave conseguenza di questa credenza erronea.
Come siamo messi in Italia?
Qualcuno direbbe meglio di un tempo, ma forse ancora non è abbastanza. Sono stati fatti certamente dei passi in avanti, soprattutto penso alle nuove generazioni che non nutrono, per la stragrande maggioranza, alcun tipo di pregiudizio verso le persone LGBTQ+. Ma l’Italia resta uno dei paesi europei dove si registrano numerosi crimini e atti di violenza contro chi ha un’identità di genere non conforme. Se pensiamo poi che molti di questi crimini non vengono denunciati ci appare davanti un quadro della situazione non rosea.
Che strumenti ha il diritto per contrastare queste discriminazioni?
Il diritto italiano sanziona discriminazioni e atti di violenza in genere, ma secondo me non è sufficiente, per questo sostengo con convinzione il ddl Zan che ha il vantaggio di perseguire il crimine d’odio specifico indirizzato contro chi ha un’identità di genere non conforme. Mi auguro che venga approvato così come stato elaborato entro la fine di questa legislatura.
Le battaglie legali possono essere uno strumento, poi c'è la battaglia politica e quella culturale. Su quale piano occorrerebbe insistere di più?
Un piano non esclude l’altro, bisogna agire su diversi livelli. Quello culturale e politico è quello che onestamente mi sta più a cuore, perché non credo che sanzionare penalmente sia sufficiente a cambiare una mentalità retrograda radicata profondamente nella nostra società patriarcale. Pertanto ritengo che i diversi piani debbano marciare insieme contemporaneamente.