Caso Shalabayeva, il pm chiede la galera per il capo della mobile romana Cortese
Alma Shalabayeva è la moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov che nel maggio del 2013, secondo la Procura umbra è stata sequestrata per essere rimpatriata. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di falso, abuso e sequestro di persona.
Condannare Renato Cortese a due anni e quattro mesi e Maurizio Improta a due anni e due mesi per la vicenda dell'espulsione di Alma Shalabayeva nel 2013. Sono queste le richieste del pm di Perugia Massimo Casucci nel corso della requisitoria. Cortese, attuale questore di Palermo, e Improta, a capo della Polizia Ferroviaria, erano allora rispettivamente capo della Squadra mobile di Roma e dell'ufficio immigrazione della questura capitolina. Alma Shalabayeva è la moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov che nel maggio del 2013, secondo la Procura umbra è stata sequestrata per essere rimpatriata. La donna e la figlia sono poi tornate in Italia e a Shalabayeva è stato riconosciuto l'asilo politico. A processo c'e' anche il giudice di pace che convalidò l'espulsione, Stefania Lavore, per la quale il pm ha sollecitato una condanna a un anno e 15 giorni. Proprio il coinvolgimento del magistrato ha portato al trasferimento del procedimento da Roma a Perugia. Condanne tra un anno e un anno e cinque mesi sono state chieste per i 4 poliziotti a processo. Gli imputati hanno sempre sostenuto la correttezza del loro operato. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di falso, abuso e sequestro di persona.
La vicenda Shalabayeva
L'affaire Shalabayeva ha inizio lanotte tra il 28 maggio e il 29 maggio scorso nella villa romanadi Casal Palocco, quando la polizia irrompe nell'abitazione e'trascina via Alma e Alua Shalabayeva, rispettivamente moglie efiglia del dissidente-ex oligarca kazako, Mukthar Ablyazov.Quest'ultimo, obiettivo principale dell'azione delle forzedell'ordine perche' ricercato dall'Interpol per frode, non e'in casa. A chiedere l'intervento della polizia all'alloraprefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del Ministrodell'Interno, Angelino Alfano, e' l'ambasciatore kazako AndrianYelemessov. Alma esibisce per se' e la figlia un passaportocentrafricano, ma la polizia lo ritiene falso. - Il 30 maggio madre e figlia vengono espulse dall'Italia e ilgiorno dopo messe su un aereo affittato dall'ambasciata kazakae rimpatriate ad Astana, in Kazakistan. - La Farnesina afferma di sapere solo il 31 maggio delrimpatrio e non dal Viminale, mentre il 3 giugno l'UfficioImmigrazione invia al Viminale una relazione sull'espulsionedella Shalabayeva. - Il 4 giugno il Consiglio italiano per i rifugiati invia unae-mail al ministro degli Esteri, Emma Bonino. Anche il ministrodell'Interno, Angelino Alfano, afferma di aver saputo delladeportazione solo a fatti avvenuti.- Il 12 luglio Enrico Letta decide la revoca dell'espulsionesottolineando la gravita' della "mancata informativa" e l'avviodi un'inchiesta commissionando una relazione al capo dellapolizia, Alessandro Pansa, che la presenta il 16 luglio e nellaquale definisce "invasivo" il comportamento dei diplomaticikazaki, stessa definizione adottata successivamente dal capodella Farnesina. Lo stesso giorno si dimette Procaccini. Ilgoverno trema, ma non cade. Letta difende Alfano, e una mozionedi sfiducia al ministro dell'Interno viene respinta il 19luglio. L'Ue intanto chiede chiarimenti a Roma. - Anche il presidente Napolitano interviene sulla vicenda,giudicandola "una storia inaudita". "C'e' stata - continua ilColle - una reticente rappresentazione distorsiva del caso".Intanto il ministro degli Esteri Emma Bonino parla di puntioscuri sulla vicenda, e il 29 luglio 2013 la procura di Romaapre un'inchiesta su presunte omissioni nell'espulsione diAlma. - Il 31 luglio 2013 Ablyazov viene arrestato in Francia, mentreil figlio su Facebook denuncia: "No all'estradizione come e'successo a Roma". Il 3 agosto una delegazione del M5S si recadalla Shalabayeva che accusa: "il mio passaporto e' statomanomesso". - Il 6 agosto 2013 il Kazakistan chiede a Parigi la consegna diAblyazov ed e' determinato a ottenerne l'estradizione, anche secon la Francia non esiste un trattato ad hoc. Il 21 dellostesso mese anche Mosca e Kiev chiedono a Parigi l'estradizionedi Ablyazov. - Il 25 settembre 2013 la figlia maggiore di Alma accusa alcuni funzionari del Viminale, della questura di Roma ediplomatici kazaki di sequestro di persone e ricettazione. Ilgiorno dopo finiscono nel registro degli indagatil'ambasciatore del Kazakistan in Italia, il consigliere per gliaffari politici e l'addetto agli affari consolari. - E' la vigilia di Natale, il 24 dicembre 2013, quando AlmaShalabayeva puo' lasciare il Kazakistan. Soddisfatto ilministro Bonino: "seguiremo la sua vicenda fino al rientro conla figlia". Il 27 dicembre 2013 Alma rientra in Italia con lafiglia piu' piccola, Aula. - Con quella di Shalabayeva si intreccia la vicenda del marito.Il 9 gennaio 2014 la Corte di appello Aix-en-Provence dice si'alla richiesta estradizione di Russia e Kazakistan. Ma il 9aprile la Cassazione francese congela l'operazione diestradizione- Il 18 aprile 2014, la Shalabayeva ottiene dal Viminale lostatus di "rifugiato" insieme alla figlia. (AGI).