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Anche quest’anno, come da buona tradizione pannelliana, il Partito Radicale promuove l’iniziativa di ferragosto. Ovvero visitare le carceri nel periodo in cui, per i detenuti, è decisamente buio rispetto a chi vive nel mondo libero. Ma quest’anno non sarà purtroppo uguale agli altri. A causa del Covid 19, il ferragosto in carcere è stato autorizzato in forma simbolica in soli cinque istituti penitenziari. Per questo motivo, il Partito Radicale fa appello ai parlamentari di tutti gli schieramenti affinché visitino – loro lo possono fare – tutte le carceri italiane. Rita Bernardini del partito radicale e presidente di Nessuno Tocchi Caino è più esplicita.
«Rivolgiamo un appello – ribadisce la dirigente radicale a tutti i parlamentari ( che non hanno bisogno di autorizzazione per entrare in carcere) di visitarli tutti per verificare le attuali condizioni di detenzione che, a mio avviso, sono addirittura peggiori del passato». È accaduto che nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra una delegazione del Partito Radicale e il vice capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Roberto Tartaglia. In quella sede il Partito ha chiesto di poter visitare le carceri e la comunità penitenziaria nel periodo di ferragosto. Ma causa emergenza sanitaria da Covid- 19, tuttora in vigore e in procinto di essere rinnovata fino ad ottobre, è stato autorizzato a visitare solamente 5 istituti dei 190 presenti sul territorio nazionale e con delegazioni formate al massimo da due persone.
«Prendiamo atto – scrive in una nota il Partito Radicale - di questa decisione e vogliamo considerare questa risposta dei nuovi vertici del Dap un atto simbolico volto alla ripresa – che riteniamo prioritaria e urgente – di tutte le attività interne ed esterne previste dall’ordinamento penitenziario e da un’esecuzione penale improntata ai principi costituzionali. Non v’è chi non veda, infatti, che l’emergenza sanitaria si è solo sovrapposta ad una gravissima emergenza penitenziaria, che dura da tempo, che nel tempo si è andata aggravando e che ha sacrificato i diritti fondamentali della persona detenuta». Il Partito si augura pertanto che – come è pure successo negli anni passati – ci sia una mobilitazione generale dei parlamentari che li veda presenti e impegnati in tutta Italia e in tutti gli istituti.
«Urgono atti e iniziative concrete per riportare il carcere nell’alveo della Costituzione – scrive sempre il Partito Radicale nell’appello -, per ridare a chi ha sbagliato il diritto ad emendarsi con dignità e a chi all’interno del carcere presta la propria opera di poterlo fare in un luogo adeguato sia strutturalmente sia dal punto di vista degli organici oggi del tutto carenti sotto tutti i profili, in particolare quelli destinati al percorso riabilitativo della persona detenuta».