PHOTO
Le presunte violenze e degrado del carcere di Agrigento “Petrusa” riportate da Il Dubbio, arrivano in Parlamento grazie al l’interrogazione a risposta scritta depositata mercoledì scorso dal deputato e membro di “Italia Viva” Roberto Giachetti. Su Il Dubbio abbiamo raccontato del la visita effettuata il 17 agosto scorso da una delegazione del Partito Radicale guidata da Rita Bernardini e dell'Osservatorio carceri delle Camere penali. In particolare si faceva riferimento alla situazione riscontrata nella sezione isolamento e puntualmente relazionata al Dap. Le maggiori criticità strutturali riscontate riguardano ad esempio le finestre di molte camere detentive, oltre alle sbarre, alle quali sono applicate reti a maglia stretta che limitano l’ingresso di aria e luce naturale. In molte celle, durante la visita, il blindo della porta è chiuso. I sei piccoli cortili passeggio di cui dispone il reparto sono spazi squallidi, con il wc alla turca, sprovvisti di panchine.
Roberto Giachetti, nell’interrogazione, riporta anche i casi di presunta violenza da parte degli agenti penitenziari. In questa sezione, infatti, molti detenuti denunciano di aver visto, e in alcuni casi di avere subito, comportamenti violenti da parte degli agenti di polizia penitenziaria. «Gli agenti ti stuzzicano per farti sbagliare e poi ti alzano le mani, qui c’è la squadretta che alza le mani con i manganelli, qui ti lasciano notti e notti all’aria con le manette», riferisce un detenuto. Un altro ancora riferisce la stessa identica situazione. Altri chiedono di andare via.
«Quello che io ho visto qua non l’ho visto da nessuna parte, e ne ho girati istituti in tanti anni di carcere; ho visto detenuti ammanettati e strisciati per terra; io da qui voglio andare via», riferisce un detenuto che avrebbe assistito a presunti atti di violenza da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Un detenuto che indossa solo un paio di mutande di carta riferisce di essere stato vittima di violenze da parte della polizia penitenziaria. Lo avrebbero lasciato in cella liscia per 3 giorni, ha mangiato due viti, da 20 giorni le ha dentro nella pancia e ha provato anche ad impiccarsi.
Un altro detenuto ancora riferisce che l’avrebbero lasciato, ammanettato, nel passeggio per una giornata e una nottata intera senza mangiare né bere e l’avrebbero preso a schiaffi e pedate. Altri ancora hanno riferito di essere stati testimoni di detenuti ammanettati e “strisciati” per terra. I racconti dei detenuti sono concordanti. Ci sono inoltre altre testimonianze legate all’utilizzo non propriamente ordinario dell’isolamento.
Un detenuto riferisce alla delegazione: «Sono in isolamento da 7 mesi; mi trovo qui perché protesto, vorrei essere trasferito in un carcere della Puglia; qui il blindo della porta è stato chiuso per una settimana; io faccio solo un’ora e mezza d’aria perché nel passeggio non c’è il wc e se torno in cella per andare in bagno poi non mi fanno ritornare al passeggio».
Un altro recluso in evidente stato di agitazione, è ristretto in una cella “liscia”, dotata soltanto di un letto e di un lenzuolo: «Sono arrivato in questo carcere sabato 27 luglio, proveniente dal carcere di Messina; al mio arrivo ho dimenticato di prendere la fornitura, il giorno dopo l’ho fatto presente perché mi serviva la carta igienica, ma mi hanno lasciato senza carta igienica fino al venerdì successivo, e non mi hanno consentito nemmeno di comprarla; sono in cella liscia dal 3 agosto».
Il deputato Giachetti chiede se i ministri interrogati ( della Giustizia e della Salute) siano stati informati di quanto esposto e quali provvedimenti intendano adottare per verificarne la fondatezza «anche con l'ausilio delle telecamere – si legge nell’interrogazione - che dovrebbero essere allestite nei reparti e, in particolare, in quelli di isolamento».
Sempre Giachetti chiede quali provvedimenti i ministri interrogati intendano adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, nel caso in cui i fatti indicati in premessa dovessero rivelarsi fondati e, soprattutto, quali iniziative il ministro della Giustizia intenda intraprendere per evitare che maltrattamenti e violenze, umiliazioni e soprusi possano verificarsi nelle carceri italiane in generale.