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Silvia Panzeri, figlia di Antonio, al momento non sarà estradata in Belgio. Com’è noto la donna è indagata per concorso in associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio e assieme al padre, che sarebbe al centro delle indagini sul Qatargate. I legali della 38enne hanno però presentato istanza ai giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Brescia per verificare le condizioni delle carceri belghe. Sì perché c’è un rapporto del Comitato del Consiglio d'Europa per la Prevenzione della Tortura (Cpt) che ha documentato problemi di sovraffollamento e violenza nelle carceri. Un problema, tra l’altro, che lo stesso Cpt ha evidenziato per l’Italia tramite un rapporto meno recente di quello belga.
A seguito di una visita ad hoc alle carceri belghe di Anversa, Lantin, St-Gilles e Ypres nel novembre 2021, la delegazione del Cpt ha evidenziato che non ha ricevuto accuse riguardanti maltrattamenti fisici di detenuti da parte del personale penitenziario. Tuttavia, la violenza tra detenuti era un problema ricorrente negli istituti visitati. Secondo il rapporto, ciò era chiaramente legato al sovraffollamento, alla mancanza di personale e all'insufficiente presenza di personale. Il comitato ha quindi esortato le autorità belghe ad adottare misure risolute per affrontare la violenza tra detenuti in queste carceri e, se necessario, in altri istituti in tutto il Paese.
Come detto, tutte le carceri visitate dal Cpt soffrivano di sovraffollamento, che il rapporto descrive come un grave problema di vecchia data in tutto il sistema penitenziario belga. Il Cpt ha nuovamente invitato le autorità a ridurre la popolazione carceraria e ad affrontare il sovraffollamento, in linea con le raccomandazioni del Consiglio d'Europa. Per quanto riguarda le condizioni materiali di detenzione, la delegazione del Cpt ha riscontrato che le celle erano per lo più adeguatamente attrezzate, con luce e ventilazione sufficienti. Tuttavia, le carceri erano generalmente obsolete: i servizi igienici spesso non erano completamente separati dagli alloggi e spesso mancava la pulizia. Il Cpt ha osservato che ciò era particolarmente preoccupante nei reparti psichiatrici. Inoltre, la delegazione ha riscontrato che alla stragrande maggioranza dei detenuti, in particolare quelli in custodia cautelare, non veniva offerta praticamente alcuna attività organizzata e trascorrevano fino a 23 ore al giorno nelle proprie celle. Anche i servizi sanitari erano chiaramente insufficienti, evidenziando una mancanza di riservatezza e problemi riguardanti la registrazione degli infortuni.
Nel contempo, però, vale la pena ricordare che lo stesso Cpt, nel 2020 ha pubblicato un rapporto per quanto riguarda l’Italia. Ha rilevato il sovraffollamento, episodi di violenza da parte della polizia penitenziaria, carenze materiali riscontrate nelle carceri visitate. Così come, d’altronde, ha riscontrato in Belgio. Ma per quanto riguarda il nostro Paese, il Cpt ha anche riservato critiche al nostro regime di massima sicurezza 41-bis ed altre misure di isolamento e segregazione. Una peculiarità del tutto italiana.
In sostanza, il Cpt ha riservato particolari attenzioni a varie forme di isolamento diurno e di separazione dal resto della popolazione carceraria imposte ai detenuti ed ha affermato che si tratta di misure aggiuntive anacronistiche che andrebbero abolite. Il Comitato ha invitato le autorità italiane ad avviare una seria riflessione sul regime del 41 bis al fine di offrire ai detenuti un minimo di attività utili, maggiori visite e telefonate, nonché di porre rimedio alle gravi carenze materiali osservate nelle celle e nelle aree comuni delle sezioni visitate. Il Cpt ha inoltre criticato l’assenza di strutture mediche appropriate per persone con problemi psichiatrici, attualmente detenute all’interno delle carceri.