Mentre le carceri italiane continuano a soffrire di un sovraffollamento cronico che mette a dura prova l'intero sistema penitenziario, oggi c’è stato un altro suicidio. Si è tolto la vita nel carcere di Vigevano un magrebino, con un residuo di pena prossimo a un anno. «Si tratta del 74esimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno, cui - dichiara Gennarino de Fazio, segretario generale della UilPa Polizia penitenziaria - bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che, altresì, si sono tolti la vita. Una strage senza fine e senza precedenti, rispetto alla quale la politica non pone alcun argine concreto».

E dall'ultimo report del Garante Nazionale delle persone private della libertà personale, aggiornato al 7 ottobre 2024, emerge una situazione allarmante e critica. Secondo i dati forniti, 61.914 detenuti sono attualmente ospitati nelle carceri italiane, mentre la capienza regolamentare è di soli 51.196 posti. Erano 61.800 il 23 settembre scorso. A rendere il quadro ancora più complesso è l'inagibilità di alcune sezioni detentive, che riduce ulteriormente i posti regolarmente disponibili a 46.812, generando un deficit di 4.384 posti. Il risultato è un tasso medio di sovraffollamento del 132,26%, con un indice basato sulla capienza regolamentare del 120,94%. Una situazione fuori controllo in molte regioni.

La Puglia detiene il record negativo, con un sovraffollamento del 167,52%, seguita da Lombardia (153,64%), Basilicata (152,63%), Veneto (147,12%) e Lazio (146,14%). Solo Valle d'Aosta e Sardegna sono sotto la soglia regolamentare, rispettivamente il 77,01% e il 97,70%.

Il sovraffollamento raggiunge picchi drammatici in alcuni istituti, tra cui spicca San Vittore, con un impressionante 228,03%. Non va meglio al Canton Monbello di Brescia con il 207,14% e Foggia, che registra un 205,8%. In totale, 155 istituti penitenziari su 190 (pari all’81,57% del totale) superano il limite di affollamento consentito, con ben 54 istituti che oltrepassano il 150% di capienza, rendendo urgenti interventi strutturali e logistici. Un altro aspetto critico riguarda la composizione della popolazione carceraria: 19.592 detenuti sono di cittadinanza straniera, pari al 31,64% del totale, con una prevalenza di persone provenienti da paesi extra-Ue (27,08%). La maggioranza dei detenuti è di sesso maschile (59.235 uomini), a fronte di sole 2.679 donne.

Il report analitico sottolinea anche la crescente pressione derivante dal numero di nuovi ingressi rispetto alle uscite. Nel periodo compreso tra il 7 ottobre 2023 e il 7 ottobre 2024, ci sono stati 43.146 ingressi dalla libertà, mentre 29.574 detenuti sono stati liberati, generando un saldo negativo di 13.713 unità. Questo squilibrio contribuisce ulteriormente a peggiorare il già drammatico sovraffollamento, rendendo indispensabile un intervento rapido e mirato da parte delle autorità competenti. Ma finora, l’unica strada intrapresa è quella relativa a piani edilizi che, come la storia italiana insegna, prevedono templi biblici e comunque sia non è la risoluzione come già indicato dagli organi internazionali, a partire dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti.