La Corte Suprema del Texas ha sospeso all'ultimo minuto la controversa esecuzione di un uomo affetto da autismo, prevista qualche ora dopo. Il 57enne era stato condannato per la morte di sua figlia nel 2002, attribuita alla "sindrome del bambino scosso", nonostante i seri dubbi sorti da allora su questa diagnosi. La Corte Suprema del Texas ha accolto d'urgenza la richiesta dei membri di una commissione parlamentare dello Stato meridionale che ha convocato il condannato, Robert Roberson, per un'udienza - fissata a partire dal 21 ottobre - sulla validità della sentenza, nel tentativo finale di ottenere la sospensione della sua esecuzione.

A favore della sua non colpevolezza, da un lato la mancata conferma del fatto che la morte della figlia fosse realmente dovuta dalla "sindrome del bambino scosso", quanto, in realtà da una grave pneumonia non diagnosticata e da cure mediche errate. Per giunta l'autismo di Roberson, diagnosticato ufficialmente soltanto nel 2018 e interpretato come indifferenza alla situazione, ha pesato molto nella sua condanna. Tuttavia l'esito della travagliata vicenda giudiziaria appare incerto. Se al momento la pena non è stata eseguita in attesa della prossima udienza, all'unanimità il Texas Pardons Board ha respinto le richieste di commutare la sua pena e di sospendere l'esecuzione per 180 giorni.

La richiesta di clemenza a favore di Robert Roberson è sostenuta da 86 rappresentanti eletti alla Camera dei Rappresentanti del Texas, tra cui più di un terzo dei repubblicani. La Corte Suprema degli Stati Uniti, a maggioranza conservatrice, aveva precedentemente respinto la richiesta di sospensione.