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E' successo che un maresciallo dell’Esercito è stato citato in giudizio con l’accusa di aver piazzato delle microcamere nascoste in due spogliatoi di una palazzina adibita al personale militare femminile e di averne piazzate un paio anche nei singoli alloggi delle soldatesse. Come se non bastasse, il maresciallo è accusato anche di aver sottratto dagli alloggi di tre soldatesse - nei quali si introduceva clandestinamente - la loro biancheria. Ora dovrà presentarsi davanti ai giudici. Ma a giudicarlo non sarà un tribunale ordinario, ma quello militare. Sì, perché esiste una giustizia e un sistema penitenziario parallelo. Ha le sue carceri, la sua amministrazione penitenziaria, i suoi tribunali, magistrati e Consiglio superiore della magistratura annesso. Ad occuparsi di tutta l’organizzazione non è però il ministro della Giustizia, ma quello della Difesa. Parliamo della giustizia militare in tempo di pace che da molti anni attende di essere riformata. I corpi militari hanno un loro organo di autocontrollo, il Consiglio della magistratura militare ( Cmm) - equivalente del Consiglio superiore della magistratura ( Csm). Il Cmm. è, infatti, competente a deliberare su ogni provvedimento di stato riguardante i magistrati militari e su ogni altra ma-È teria ad esso devoluta dalla legge. In particolare, delibera sulle assunzioni della Magistratura Militare, sull’assegnazione di sedi e di funzioni, sui trasferimenti, sulle promozioni, sulle sanzioni disciplinari, sul conferimento ai magistrati militari di incarichi extragiudiziari; esprime pareri e può fare proposte al ministro della Difesa sulle circoscrizioni giudiziarie militari e su tutte le materie riguardanti l’organizzazione o il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia militare; dà pareri su disegni di legge concernenti i problemi del settore giudiziario. Sulle materie di competenza del Consiglio, il ministro della Difesa può avanzare proposte e osservazioni e può intervenire alle adunanze del Consiglio, quando ne è richiesto dal Presidente o quando lo ritenga opportuno, per fare comunicazioni o per dare chiarimenti. Il ministro, tuttavia, non può essere presente alle deliberazioni.
Fanno parte del Consiglio - che dura in carica 4 anni - il primo presidente della Corte di Cassazione, che lo presiede; il procuratore generale militare presso la Corte di Cassazione; quattro componenti eletti dai magistrati militari - di cui almeno uno magistrato militare di Cassazione - un componente estraneo alla magistratura militare, scelto d’intesa tra i Presidenti delle due Camere fra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati con almeno quindici anni di esercizio professionale, che assume le funzioni di Vice Presidente. Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente vicario della Corte Militare di Appello Gioacchino Tornatore ha presentato una relazione affrontando il delicato tema della eventuale soppressione dell’Organo di giustizia militare per esiguità dei procedimenti. Ha colto l’occasione per lanciare un appello al futuro governo affinché alla magistratura militare sia affidata una giurisdizione più ampia. In molti casi si tratta di fattispecie di reato già note da tempo nel mondo delle divise, in molti casi invece sono illeciti nuovi: è il caso delle diffamazioni sui social, o degli insulti sessisti nei confronti delle donne militari in un ambiente ancora a forte presenza maschilista. In molti casi si sono conclusi con condanne, in altri i procedimenti sono ancora pendenti. I dati statistici sull’operato dei tribunali militari risultano talmente insignificanti che se venissero valutati secondo i parametri del ministero della Giustizia, i conti salterebbero. Sì, perché secondo il ministero della Giustizia si calcola che ogni tribunale debba coprire un bacino di utenza di 382.191 cittadini: la giustizia militare invece può contare su tre tribunali, a Verona, Roma, Napoli, e giudica su un totale di 310mila persone. Molti infatti sostengono che sia meglio accorpare i magistrati militari nella magistratura ordinaria costituendo magari delle apposite sezioni specializzate. Il dottor Tornatore su questo punto però non è d’accordo e lancia un appello al futuro governo. ' Nell’ultimo scorcio di legislatura - ha affermato - si è registrata un’attenzione verso la magistratura militare pressoché univocamente diretta a prevedere la soppressione di tale ordine giudiziario speciale, con conseguente attribuzione della sfera di attuale competenza riservata allo stesso alla magistratura ordinaria, in un’ottica di unità della giurisdizione e con l’eventuale creazione di sezioni specializzate per materia che possano continuare a occuparsi dei reati attualmente riservati alla competenza dei Tribunali militari'. Tornatore si dice contrario e trova la soluzione, ovvero “che si dia e restituisca ai giudici militari competenze giurisdizionali di cui oggi si occupa la magistratura ordinaria “. Il dibattito sulla soppressione o no, è ancora aperto.