Penultimo giorno dell’anno, 30 dicembre 2024, 89esimo suicidio in carcere: un detenuto tunisino di 27 anni si impicca nel carcere di Piacenza. Lo ha reso noto, come sempre, Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. Da quanto appreso, l’uomo si sarebbe stretto il cappio intorno al collo e sarebbe salito sulla sedia. Un agente di polizia penitenziaria se ne sarebbe accorto, sarebbe corso a prendere le chiavi della cella ma al rientro avrebbe trovato l’uomo già morto.

A confermare la morte è stato anche il Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, il quale però ha spiegato che il detenuto è «deceduto a causa di un evento critico, ancora in corso di definizione, tra l’accidentalità e il suicidio, ma in ogni caso, dobbiamo ricordare che è morto un uomo». Secondo quanto ricostruito dal Garante, «il 27enne, collocato nella sezione di isolamento, era stato trasferito a Piacenza da Ferrara per un provvedimento disciplinare». «All’inizio della sua presenza a Piacenza gli è stato attribuito un rischio suicidario medio, successivamente tolto», ha concluso Cavalieri.

Anche secondo il Ministero della giustizia non si può parlare ancora di suicidio; occorreranno altri accertamenti. E proprio per questo il conteggio totale dei suicidi in carcere resta tema di discussione.

Il dato più aggiornato e ufficiale è quello del Dap: al 18 dicembre registra 82 suicidi e ora non arriverà a contarne 89, perché il bilancio non ingloba altri “eventi critici” su cui deve pronunciarsi l’autorità giudiziaria. Poi ci sono i dati delle associazioni come Antigone, Nessuno Tocchi Caino, e della polizia penitenziaria, che al momento ne contano 89, denunciando il superamento del triste record del 2022, che si era concluso con 85 suicidi.