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Troppi detenuti con problemi psichici in attesa di essere trasferiti nelle REMS e soprattutto una mancata protezione del diritto alla vita (suicidi) come nel caso della sentenza “Citraro – Molino” di condanna da parte della Corte Europea di Strasburgo. L’Italia, per questo motivo, deve correre ai ripari. A chiederlo è il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che questa settimana ha esaminato le azioni messe in campo da diversi Stati, tra i quali il nostro Paese. E proprio alle nostre autorità, il Consiglio ha chiesto di fornire, entro la fine dell’anno, le informazioni aggiornate sulle questioni tuttora irrisolte.
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha pubblicato le decisioni caso per caso prese durante la riunione del 5- 7 giugno per supervisionare l'esecuzione delle sentenze e delle decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo. Il Comitato dei Ministri ha adottato 38 decisioni riguardanti 19 Stati durante la riunione, comprese risoluzioni provvisorie in casi riguardanti la Polonia e il Regno Unito. Sono 31, le risoluzioni in relazione a 78 sentenze e decisioni della Corte Europea, riguardanti 16 diversi Stati. Tra loro anche l’Italia. Inoltre, il Comitato ha adottato un elenco indicativo di casi da esaminare durante la prossima riunione dedicata all'esecuzione delle sentenze, che si terrà dal 19 al 21 settembre. Ricordiamo che, ai sensi dell'articolo 46 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo sono vincolanti per gli Stati interessati. Il Comitato dei Ministri sovrintende all'esecuzione delle sentenze sulla base delle informazioni fornite dalle autorità nazionali interessate, dalle ONG, dalle istituzioni nazionali per i diritti umani e da altre parti interessate.
Per quanto riguarda il nostro Paese, il Consiglio d’Europa ha preso in esame le condanne da parte della Corte di Strasburgo. Il comitato ha ricordato “Sy contro Italia”. Riguarda il caso di un cittadino italiano, sofferente di un disturbo della personalità e di disturbo bipolare, rimasto in carcere per quasi due anni, nonostante il giudice italiano avesse accertato che il suo stato di salute mentale era incompatibile con la detenzione in carcere ed avesse ordinato il trasferimento in una REMS, la Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza. Il sig. Sy è infatti stato trasferito nella struttura solo a seguito di un provvedimento ad interim richiesto dal ricorrente, peraltro eseguito, come ha rilevato la Corte EDU, con inammissibile ritardo di oltre 35 giorni, violando l’art. 34 della Convenzione come accertato dalla Corte di Strasburgo. Il consiglio d’Europa, però, punta il dito soprattutto alla sentenza Citraro e Molino. Quest’ultima riguarda la condanna per la mancata azione da parte delle autorità per fare tutto ciò che poteva ragionevolmente essere fatto per prevenire il suicidio in prigione del figlio dei richiedenti, affetto da una preesistente condizione psichiatrica.
Il Consiglio d’Europa ha preso nota che, a seguito delle misure adottate per migliorare la cooperazione tra i diversi attori e dare priorità al trasferimento nelle REMS delle persone detenute in prigione comune, le autorità hanno segnalato una riduzione del 45% nel numero di persone in attesa di tali trasferimenti. Il Consiglio d’Europa ha incoraggiato le autorità italiane nel continuare i loro sforzi al fine di garantire una capacità sufficiente nelle REMS, compresa la disponibilità di risorse umane e finanziarie adeguate, in particolare nelle regioni in cui la situazione appare più critica. Ha però chiesto alle autorità di valutare se siano necessarie misure aggiuntive per garantire – come indicato dalla Corte europea – senza ritardi i trasferimenti presso le REMS.
Per quanto riguarda le misure generali nel caso di Citraro e Molino, il Consiglio d’Europa ha osservato che i dati disponibili sul numero di suicidi in carcere destano la massima preoccupazione, avendo raggiunto livelli senza precedenti nel 2022. Ha pertanto sollecitato le autorità affinché assicurino che le linee guida pertinenti, comprese le recenti circolari del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, siano implementate rapidamente in ogni prigione, e che siano forniti adeguati fondi a tale scopo, monitorando attentamente il loro impatto nella pratica. Il Consiglio ha quindi chiesto al nostro Paese di fornire, entro la fine di giugno 2023 informazioni aggiornate sulle misure individuali come nel caso di Sy e entro la fine di dicembre 2023 sulle restanti questioni.