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Se nel primo momento della pandemia i contagi nelle prigioni erano molto contenuti, è bastato poco perché la situazione esplodesse. L’Italia, come tutti gli altri paesi Ue ha affrontato la questione introducendo una serie di misure iper restrittive, prima ancora dell'introduzione del lockdown generale. La cosa provocò le rivolte avvenute in alcune carceri da parte dei detenuti che pretendevano chiarezza sulle ulteriori restrizioni dietro le sbarre, anche per via di situazioni socio- sanitarie non prese in carico a dovere. Ricordiamo gli epiloghi tragici: le rivolte hanno infatti coinvolto circa 6mila prigionieri in 49 diversi istituti e che hanno portato alla morte di 14 di loro, oltre che al ferimento di più di 40 agenti della polizia penitenziaria, alla distruzione di intere sezioni di alcune strutture carcerarie e all'evasione di decine di persone detenute nel carcere di Foggia.
Grazie a una elaborazione di Openpolis, si viene a sapere che in Europa, il miglior risultato l’ha ottenuto la Francia ed è un esempio da cui l’Italia avrebbe potuto - e potrebbe prendere spunto. Oltralpe la popolazione detenuta è scesa da 72.575 detenuti del 15 marzo 2020 ( dopo aver ricevuto una condanna da parte della Cedu nel gennaio 2020 proprio per il sovraffollamento e le condizioni di detenzione) a 58.695 detenuti il primo luglio 2020. Questo risultato è stato ottenuto grazie a un utilizzo più esteso della liberazione anticipata per i detenuti a fine pena e la riduzione dell’attività giudiziaria. Tuttavia questo fenomeno - anche se con numeri inferiori - è avvenuto in Italia, ma dopo la prima ondata pandemica, la popolazione detenuta è tornata a crescere.
E allora si ritorna alla proposta, finora rimasta inevasa, del deputato Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata speciale. L’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini, in sciopero della fame da quasi un mese, lo ha sospeso al 25esimo giorno, proprio su invito di Giachetti.
«Nei prossimi giorni - ha dichiarato Bernardini lavoreremo gomito a gomito affinché la sua proposta di legge sia approvata».
D’altronde parliamo di una delle proposte avanzata dalla conferenza – tenutasi a novembre scorso - dei Garanti territoriali per la riforma e l’innovazione del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale. Hanno sostenuto che nel piano dei ristori dovuti a seguito della pandemia, non può mancare il risarcimento delle condizioni di detenzione particolarmente gravose subite durante l’emergenza, attraverso forme di liberazione anticipata speciale.
Quest’ultima, già varata a suo tempo nel 2013 dopo la sentenza Torreggiani che condannò l'Italia per il sovraffollamento, si tratta di una detrazione di 75 giorni ( anziché 45) per ogni singolo semestre di pena scontata interamente in carcere. La liberazione anticipata speciale ha avuto effetti solamente dal primo gennaio 2010 al 23 dicembre 2015, periodo di tempo durante il quale il detenuto che ha mostrato di mantenere una buona condotta ha appunto potuto ottenere uno sconto di 75 giorni ogni semestre, anziché 45 giorni.