Una mozione urgente sulla situazione della Casa circondariale Sant'Anna di Modena è stata approvata lunedì scorso dal Consiglio Comunale, con il solo voto contrario degli esponenti di Fratelli d'Italia, tanto da provocare lo sdegno da parte della Camera Penale locale. Il documento, presentato dal consigliere Luca Barbari del Pd e sottoscritto da numerosi altri consiglieri, ha portato all'attenzione dell'assemblea le gravi condizioni del sistema carcerario, non solo a livello locale, ma in tutta Italia. In seguito a questa approvazione e dopo aver consultato il direttore della Casa circondariale Sant'Anna, è stata programmata una visita ufficiale per l’ 11 ottobre del Consiglio Comunale, del sindaco e della Giunta comunale.

La mozione approvata si apre citando un appello congiunto di prestigiose associazioni giuridiche italiane, tra cui l'Associazione italiana dei professori di Diritto penale, che esprimono «profonda preoccupazione per il progressivo, esorbitante aumento di suicidi all'interno della comunità carceraria». Questo grido d'allarme è stato ribadito anche dalla delibera della Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane, che invoca un intervento urgente per «interrompere questa ininterrotta scia di morte, la cui responsabilità ricade inesorabilmente su uno Stato incapace di garantire il rispetto della dignità umana alle persone private della libertà personale».

La situazione del carcere Sant’Anna è particolarmente critica. Secondo quanto riportato dalla Camera Penale Carl’Alberto Perroux di Modena, l'istituto ospita attualmente 550 detenuti, ben oltre i 372 posti regolamentari disponibili. Questo dato allarmante è stato confermato durante la maratona oratoria «Non c’è più tempo. Fermare i suicidi in carcere», organizzata dalla Camera Penale di Modena lo scorso 21 giugno. La mozione richiama alla memoria i tragici eventi del 2020- 2021, quando una rivolta carceraria scosse l’istituto modenese, culminando con la morte di nove persone. Da quei fatti è nata la “Rete Studio Carcere”, un'iniziativa spontanea di cittadini e associazioni impegnata a mantenere alta l'attenzione sulle problematiche del sistema carcerario.

Il Consiglio comunale di Modena non è rimasto indifferente. Nel 2023, ha istituito la figura del Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, nominando la professoressa Giovanna Laura De Fazio. Questa nomina rappresenta un passo significativo verso un monitoraggio più attento e una tutela più efficace dei diritti dei detenuti.

La mozione sottolinea anche l'importanza del Terzo Settore nel fornire servizi e supporto, sia all'interno che all'esterno delle carceri. Citando la ricerca “Al di là dei Muri” delle Acli, il documento evidenzia come le organizzazioni non profit siano fondamentali per l’accoglienza dei detenuti e l'implementazione di misure alternative alla detenzione. Inoltre, evidenzia il ruolo del Comune nel coordinamento del Clepa (Comitato locale per l'area dell'esecuzione penale adulti), che potrebbe mettere in rete i diversi attori che operano in ambito carcerario.

Il consigliere Barbari ha evidenziato la necessità di «un cambio di paradigma nell'esecuzione penale. I dati del Dap mostrano che il 97% dei fondi è destinato al mantenimento delle strutture carcerarie, con risultati discutibili in termini di riduzione della recidiva. Si invita pertanto a investire maggiormente nelle misure di comunità e nell’esecuzione penale esterna, strategie che potrebbero rivelarsi più efficaci nel lungo termine». La mozione impegna l'amministrazione comunale a visitare la Casa circondariale Sant'Anna, coinvolgendo le figure chiave; convocare una commissione per ascoltare esperti e associazioni; e dedicare un'intera seduta consiliare alla condizione carceraria.

La mozione di Barbari non è solo un documento politico, ma un vero e proprio appello alla città di Modena affinché si faccia carico collettivamente di una situazione che non può più essere ignorata. È un invito a guardare oltre le mura del carcere, considerando i detenuti come parte integrante della comunità, meritevoli di dignità e di concrete opportunità di reinserimento.