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Porre il detenuto «al centro del percorso trattamentale» perché il periodo passato in esecuzione pena sia un’«opportunità di cambiamento». Questo il nodo centrale messo in evidenza dal sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, sentito oggi in audizione dalla Commissione Bilancio del Senato in relazione alle misure sul mondo penitenziario contenute nel dl fondo complementare al Pnrr. Un «new deal della fase di rieducazione della pena», ha detto Sisto, in cui viene «ipervalorizzato il dato della rieducazione in linea con l’articolo 27 della Costituzione». In tale ambito, particolare attenzione viene data all’«architettura penitenziaria», per far sì che la rieducazione del detenuto avvenga in «luoghi ospitali e accoglienti»: a via Arenula è già stata costituita nei mesi scorsi un’apposita Commissione, presieduta dal professor Luca Zevi, che «dovrebbe concludere i suoi lavori il 30 giugno - ha ricordato il sottosegretario - anche se probabilmente servirà una breve proroga». Secondo Sisto, «la rieducazione è un dovere per l’amministrazione e un’opportunità per chi esegue la pena. Nessuno - ha detto - deve dubitare che il percorso sia una pena certa accompagnata dalla certezza della rieducazione». Altri temi toccati in audizione dal sottosegretario sono stati quelli della manutenzione degli istituti di pena, della sorveglianza dinamica e del lavoro per i detenuti. «Se vogliamo rieducare - ha concluso - dobbiamo ricordarci che non ci si rieduca da soli: sono necessarie strutture e il ministero della Giustizia è particolarmente attento a tutto ciò che può essere in linea con il dettato dell’articolo 27 della Costituzione». «Il fondo complementare del Pnrr, alla lettera "g", prevede 132,9 milioni di euro, dal 2022 al 2026, per la costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture penitenziarie per adulti e minori, una prospettazione complessiva che tiene conto anche dei fondi per i lavori di ristrutturazione di 4 istituti per minori. Il soggetto attuatore dei progetti sarà Mit», ha aggiunto. «Lo scorso 12 gennaio - ha proseguito - è stata nominata una Commissione per l'architettura penitenziaria, presieduta dall'architetto Luca Zevi, per predisporre un progetto da utilizzare come modello architettonico per riqualificare le strutture penitenziarie. La Commissione ha già presentato un format con un costo complessivo stimato di 10.575.000 euro: 7.500.000 per i lavori, 225.000 euro per gli oneri legati alla sicurezza, 600.000 per gli oneri di progettazione, e 2.250.000 per le altre voci di costo a vario titolo. L'Amministrazione Penitenziaria aveva individuato, in origine, 8 siti in altrettanti istituti penitenziari dove edificare i padiglioni da 120 posti ciascuno: Rovigo, Vigevano, Viterbo, Civitavecchia, Perugia, Santa Maria Capua Vetere, Asti e Napoli Secondigliano. Il dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria sta, comunque, rivalutando alcune delle sedi per evitare di incidere su Istituti già sovraffollati o evitare di sottrarre alla struttura, con la nuova edificazione, spazi trattamentali».