E siamo a dodici in meno di cinquanta giorni. La drammatica statistica dei detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno si aggiorno velocemente senza che si riesca a trovare qualche correttivo per ridurre questi numeri. Ieri è stata la volta di un detenuto di 24 anni, di origini egiziane, che si è tolto la vita all'interno della Casa circondariale di Pescara. Il tragico episodio ha immediatamente innescato una protesta da parte di altri reclusi, alcuni dei quali sono saliti sul tetto dell'istituto, mentre altri avrebbero appiccato un incendio. A seguito del rogo, almeno un agente di Polizia penitenziaria sarebbe rimasto intossicato.

All'interno delle carceri italiane continua senza sosta una drammatica escalation di suicidi e proteste, segno evidente di un sistema penitenziario sempre più al collasso.

A dare la notizia dell’ultimo suicidio e a denunciare la gravità della situazione è Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Polizia penitenziaria: «Con il suicidio di oggi, il numero di detenuti che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno sale a dodici, a cui si aggiunge un operatore. A ciò si sommano le incessanti tensioni e violenze: solo nel 2024 si sono registrate ben 3.500 aggressioni ai danni del personale di Polizia penitenziaria. Nonostante questa realtà allarmante, il governo continua a rispondere con misure inefficaci e soluzioni di facciata, portando avanti progetti che, lungi dal risolvere le criticità, rischiando di acuire ulteriormente il degrado del sistema penitenziario».

De Fazio evidenzia, inoltre, la necessità di interventi strutturali e immediati: «Occorre ridurre urgentemente il sovraffollamento delle carceri, che attualmente ospitano oltre 16.000 detenuti in più rispetto ai posti disponibili. Bisogna colmare la gravissima carenza di organico della Polizia penitenziaria, che registra un deficit di oltre 18.000 unità. È garantire un'adeguata assistenza sanitaria ai detenuti e avviare una riforma complessiva dell'intero sistema d'esecuzione penale indispensabile, con particolare attenzione alla detenzione inframuraria. È impensabile continuare ad assistere inermi a questa spirale di violenza e disperazione».

I rapporti della Associazione Antigone evidenziano, periodicamente e in maniera puntuale, la situazione del nostro sistema penitenziario, ma il governo continua a parlare, ormai da qualche anno, di edilizia penitenziaria e di nuovi posti da realizzare.

Eppure proposte per interventi immediati, che possano ridurre la popolazione detenuta e di conseguenza il rischio di eventi suicidari, sono state avanzate da tempo. Su tutte la proposta di legge a firma del deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, e di Nessuno Tocchi Caino sulla liberazione speciale anticipata.

Senza dimenticare l’appello sottoscritto da avvocati, giuristi, garanti, politici, intellettuali e rappresentanti delle associazioni affinché, vista l’inumana condizione in cui versano le nostre carceri, si adottino tutti i provvedimenti di clemenza previsti dalla Costituzione.