Chi viene tenuto al buio in cella, chi non riesce a scaricare le feci da quattro giorni a causa della turca guasta, in un’altra cella c’è un giovane ragazzo che fa fatica ad articolare i suoni perché imbottito di psicofarmaci. Un ragazzo di 25 anni chiede aiuto in lacrime, perché non sa per quale motivo fosse recluso. Poi si è appurato che era in attesa che si liberasse un posto nella residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems).
La drammatica relazione su Sestante di Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone
Scene da terzo mondo, ma siamo in Italia. Precisamente la sezione del carcere di Torino che funge da articolazione psichiatrica. A descrivere questo inferno è Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, dopo che ha appena visitato la sezione della
casa circondariale Lorusso e Cutugno in cui sono tenuti i detenuti con problemi psichiatrici. «Al Sestante – ha scritto Marietti- si trovano circa venti celle, dieci su ogni lato del corridoio. In ciascuna è reclusa una singola persona detenuta. La cella è piccola, sporca, quasi completamente vuota. Al centro vi è un letto in metallo scrostato e attaccato al pavimento con i chiodi. Sopra è buttato un materasso fetido, a volte con qualche coperta e a volte no. Qualcuno, ma non tutti, ha un piccolo cuscino di gommapiuma. Non vi è una sedia né un tavolino. Solo un piccolo cilindro che sembra di pietra dove ci si può sedere in posizione scomodissima. L’intera giornata viene trascorsa chiusi là dentro, senza nulla da fare e nessuno con cui parlare. Unico altro arredo,
un orrendo bagno alla turca posizionato vicino alle sbarre, di fronte agli occhi di chiunque passi per il corridoio».
"Da quattro giorni il bagno alla turca era guasto"
Oltre alla condizione della struttura, la situazione drammatica è quella del trattamento dei detenuti: «Qualcuno si è avvicinato alle sbarre al nostro passaggio - ha denunciato la coordinatrice di Antigone - Un uomo mi ha chiesto se potevo fare in modo che la turca della sua cella venisse aggiustata. Erano quattro giorni che non scaricava le sue feci, mi ha spiegato. Un altro uomo era al buio. Si è sporto dalle sbarre e mi ha detto che avrebbe voluto un po’ di luce. Il poliziotto che era con me, un po’ imbarazzato, gli ha detto di accenderla con l’interruttore interno, che sicuramente avrebbe funzionato. Ma lui ha detto di no, mancava proprio la lampadina. Effettivamente la luce non si accendeva. Non so da quanti giorni quel signore fosse al buio dalle quattro e mezza di pomeriggio fino all’alba del giorno dopo».
Il Garante nazionale ha segnalato questa situazione da 5 anni
Un inferno, in realtà, già denunciato da tempo. Ma tutto è rimasto come prima.
La prima segnalazione alle autorità competenti è giunta tramite la raccomandazione del Garante nazionale delle persone private della libertà formulata il 29 novembre 2016. Ma nulla da fare. Arriva l’ennesima segnalazione nel 2017, questa volta da parte di Emilia Rossi, componente del collegio del garante nazionale. Ha effettuato una visita al reparto psichiatrico del carcere torinese assieme a Bruno Mellano, Garante Regionale del Piemonte, e della Garante del Comune di Torino, Monica Cristina Gallo. Durante la visita, la delegazione guidata da Emilia Rossi, ha riscontrato nel Reparto Osservazione che le camere si presentano in condizioni strutturali e igieniche molto scadenti, sporcizia diffusa, prive di doccia e servizi igienici a vista. Il reparto Il Sestante viene Istituito dalla Asl To 2 Nord, attraverso il Dipartimento sanitario mentale "Giulio Maccacaro", collocato nel padiglione A. E’ suddiviso in due articolazioni: la Sezione VII che ospita il reparto osservazione, a cui sono destinate persone sottoposte ad osservazione ex art. 112 o pazienti provenienti anche da altri istituti e persone in fase acuta o sub - acuta che richiedono assistenza temporanea non terapica, e la Sezione VIII in cui è stato costituito il reparto trattamentale, destinato ad accogliere persone sofferenti di patologia psichica accertata, anche provenienti dalla settima sezione, ed ove si realizzano percorsi di adattamento alla detenzione ordinaria.
Un detenuto era costretto a bere dallo scarico del wc
Ma nonostante la segnalazione da parte del Garante Nazionale fatta nel 2018, la situazione è rimasta invariata, se non peggiorata visto la descrizione infernale da parte dell’associazione Antigone che vi ha fatto visita di recente. Ma tale sezione è salita recentemente agli onori della cronaca grazie al rapporto di Antigone stesso. La vicenda viene narrata da un familiare che si rivolge all’avvocato Elia De Caro, il Difensore Civico di Antigone.
Un caso riportato da
Il Dubbio. Un ragazzo avrebbe tentato il suicidio, per questo sarebbe stato trasferito in una cella liscia, denudato, senza materasso né coperta e con l’acqua chiusa. Per quest’ultimo motivo, si sarebbe trovato nelle condizioni di bere dallo scarico del wc. La sua situazione peggiora, si agita, e la prassi sarebbe stata quella di frequenti iniezioni intramuscolari per cercare di sedarlo. Parliamo di M., un detenuto di 24 anni che espiava la pena presso il famigerato Il Sestante della Casa Circondariale di Torino.
Nel 2019 un suicidio: con il cappio al collo per dodici interminabili minuti
Nel 2019, sempre nella medesima sezione, è avvenuto un suicidio. Si chiamava Roberto Del Gaudio e doveva essere controllato a vista. È rimasto fermo immobile, con il cappio intorno al collo e appeso sull'angolo di una finestra aperta dodici interminabili minuti, prima che nella cella entri un primo agente della polizia penitenziaria e si renda conto di che cosa è accaduto mentre chi doveva sorvegliare era distratto altrove. La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre agenti che erano in servizio quella sera nella settima sezione del reparto psichiatrico Sestante. Sempre la stessa sezione degli orrori.