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SilvanaVassalli: «Noi e Vasto saremo accorpati a Chieti, a meno di ripensamenti»
La presidente del Coa di Lanciano, Silvana Vassalli, indossa la toga con fierezza e senso di responsabilità non solo per il delicato ruolo che ricopre, ma anche per onorare al meglio chi l’ha preceduta. E il ricordo va subito ai colleghi e alle colleghe che si sono distinti in passato. «Lanciano – dice al Dubbio l’avvocata Vassalli - ha sempre avuto un Foro molto prestigioso. Mi piace ricordare l’avvocato Tommaso Pace, ottimo penalista che collaborò, quando era senatore della Repubblica, alla stesura della legge sull’Ordinamento giudiziario. Un altro nome che mi viene in mente è quello di Miranda Gentile, una delle pochissime donne avvocato in Abruzzo sino agli anni Settanta d Ottanta. Nella provincia di Chieti, quando si iscrisse all’albo, negli anni Trenta del secolo scorso esercitavano la professione solo due avvocate. Nella consiliatura del Cnf, presieduta da Franzo Grande Stevens, è stata la prima ed unica avvocata consigliera nazionale. Il suo è ancora un esempio per tutte noi».
Lanciano non è esente dal fenomeno dell’abbandono della professione. «Nell’ultimo biennio – spiega la presidente del Coa -, anche a causa degli effetti devastanti della pandemia, che ha influito negativamente sull’economia nazionale e locale, si sono verificati diversi casi nel Foro di Lanciano di professionisti che hanno preferito partecipare a concorsi pubblici invece di proseguire la loro attività di liberi professionisti. La scelta della libera professione per l’alto numero di laureati in giurisprudenza è stata per troppo tempo l’unica possibilità di lavoro Negli ultimi decenni si è verificata una contrazione delle assunzioni nel settore privato, negli istituti di credito in particolare, e nella pubblica amministrazione. Riaperti i concorsi nella Pubblica amministrazione, soprattutto da parte del ministero della Giustizia, in molti, già avvocati, hanno partecipato senza pensarci due volte. L’istituzione dell’Ufficio del Processo ha costituito, inoltre, una ulteriore occasione di lavoro. Molti sono vincitori della selezione proprio per l’Ufficio del processo ed altri hanno superato il concorso di cancellieri esperti. Tali situazioni hanno determinato un calo del numero degli avvocati. Da 408 iscritti siamo passati, oggi, a 387. Sono sempre meno le iscrizioni al registro di praticanti e molti, superato l’esame di abilitazione, non si iscrivono all’albo. Acquisiscono il titolo per essere assunti come consulenti legali o preferiscono partecipare a concorsi o graduatorie per l’insegnamento».
I cambiamenti epocali che stanno interessando la professione legale non devono però far guardare al futuro con troppo pessimismo. Anzi. «L’ausilio della tecnologia – commenta Vassalli -, la consultazione on line di riviste, sentenze e articoli costituisce oggi un aiuto serio per la professione. In passato il bravo avvocato era anche quello che poteva permettersi l’acquisto di testi, riviste, codici sempre aggiornati. È diventato più difficile il rapporto con i propri assistiti che hanno ormai una conoscenza sommaria dei loro diritti, ma non conoscono le difficoltà che si incontrano con i tempi lunghi della nostra giustizia e soprattutto con i costi che sono divenuti eccessivi».
Le risorse del Pnrr sortiranno effetti positivi per l'avvocatura? Su questo fronte la presidente del Coa di Lanciano invita a non illudersi troppo. «Purtroppo – riflette -, la crisi pandemica ha creato maggior contenzioso nelle famiglie e in ambito lavorativo. In entrambi i casi i finanziamenti europei sono ininfluenti. Sono aumentate le richieste di ammissioni a gratuito patrocinio. Situazione che dimostra il disagio economico di tanti nostri assistiti e un minor guadagno per il professionista. Il nostro Coa ammette settimanalmente circa dieci richieste di patrocinio a spese dello Stato, ovviamente solo per i procedimenti civili. Nel penale i numeri sono di gran lunga superiori».
A Lanciano, come nei circondari di altri tre Fori abruzzesi ( Avezzano, Vasto e Sulmona), la preoccupazione per la chiusura del Tribunale ha indotto a mobilitarsi nei mesi scorsi. Il pericolo è scongiurato. Ma solo fino al 2023. Tutto rinviato di un anno con la speranza che ci siano ulteriori ripensamenti e interventi. I disagi, in caso di soppressione, per cittadini e avvocati non sarebbero pochi. «Oggi – conclude, la numero uno del Coa di Lanciano - la vera grande difficoltà potrebbe derivare dalla chiusura del nostro Tribunale, prevista nel dicembre 2023, dopo ben cinque proroghe. In un Foro di modeste dimensioni si collabora e si studia insieme, si ha un contatto umano con personale amministrativo e giudici. Siamo tutti stati educati al rispetto reciproco e alla correttezza e al rispetto del Codice deontologico. Posso affermare con vanto che pochi sono i casi di trasmissione di atti al Consiglio distrettuale di disciplina per illeciti deontologici dei miei Colleghi. Lasciare il nostro Tribunale significherà cambiare sicuramente un modus vivendi e di relazioni. Entreremo a far parte di un Foro, quello di Chieti, che sommerà, dopo l’accorpamento di Lanciano e Vasto, circa 1500 iscritti. Certo, sono numeri bassi, se paragonati a quelli di altri Fori. Tutti noi sappiamo, però, che la qualità della vita è migliore nei piccoli centri».