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Cinque giorni di astensione dalle udienze per protestare contro la scelta del Governo di mettere la fiducia al DDL sul processo penale.
E’ questa la risposta delle Camere Penali alla decisione del ministro della Giustizia Andrea Orlando di escludere la discussione in Parlamento su temi incandescenti come la riforma della prescrizione o quella delle intercettazioni telefoniche con riguardo alla possibilità di utilizzare il virus trojan.
Fra i motivi di questa accelerazione, voluta espressamente da Orlando, gli avvocati vedono le imminenti primarie del Pd, alle quali il ministro vuole presentarsi con la riforma sul processo penale già approvata. “Il processo e i diritti dei cittadini non possono essere merce di scambio di alcuna contesa di potere e tanto meno ostaggi di conflitti di naturale elettorale”, si legge nel comunicato a firma del presidente Beniamino Migliucci e del segretario Francesco Petrelli con cui si invitano gli avvocati ad astenersi, dal 20 al 24 marzo, dalle udienze e da ogni altra attività giudiziaria nel settore penale. Il 22 marzo è già in programma, poi, la manifestazione Nazionale a Roma. L’allungamento dei tempi della prescrizione è, come detto, uno degli argomenti sui quali gli avvocati hanno in questi anni cercato un confronto positivo con la politica, al fine di evitare che il dilagante populismo giudiziario minasse in radice le garanzie tipiche dello Stato di diritto. In un sistema dove i processi già adesso hanno una durata inconciliabile con il dettato Costituzionale, a causa dello “sproporzionato aumento delle pene edittali, si vogliono aumentare ancora di più questi tempi tramite irragionevoli meccanismi di sospensione”, scrivono ancora gli avvocati penalisti.
Altro aspetto dibattuto è il processo a distanza. In caso di imputati detenuti, per risparmiare sulle traduzioni, i dibattimenti si dovrebbero svolgere in video conferenza, privando così l’assistito del contatto con il proprio legale in aperta contraddizione anche con i principi base del processo accusatorio. Va detto, comunque, che prima della decisione di Orlando di porre la fiducia, il rapporto Camere penali e Governo era stato molto positivo. A Matera, in occasione dell’ultimo congresso delle Camere Penali, l’allora ex Vice Ministro della Giustizia Enrico Costa dichiarò che ‘’ è necessario andare a vedere dove maturano le prescrizioni. Abbiamo dei tribunali o delle Corti d’appello dove non ci sono, altri dove va in prescrizione il 50% dei processi. Queste situazioni hanno un’omogeneità in termini di personale e su questo occorre un esame puntuale. Fare un puro allungamento dei termini di prescrizione si tradurrebbe in un proporzionato allungamento dei tempi dei processi e questo nessuno lo vuole’’.