L'ex Procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio e il magistrato Luca Palamara, entrambi a vario titolo finiti al centro dello scandalo sul Csm scoppiato l'estate scorsa, hanno ricevuto l'avviso di conclusione indagini preliminari dalla procura di Perugia. In questo filone dell'inchiesta sulla corruzione nell'organo di autogoverno della magistratura, Fuzio e Palamara sono indagati per rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio. Fuzio, infatti, avrebbe rivelato a Palamara, durante una conversazione serale, alcuni fatti oggetto di indagine per corruzione a suo carico. In particolare, Fuzio avrebbe fatto riferimento a viaggi e altri beni di cui Palamara avrebbe beneficiato. La Procura di Perugia, dunque, ha ritenuto che dall'indagine siano emersi elementi che escludono la richiesta di archiviazione e ha avvisato gli indagati della conclusione dell'indagine, del deposito del vascicolo processuale per la consultazione su supporto informatico e dato avvertimento del termine di 20 giorni per il deposito di memorie, documenti o indagini difensive.

L'indagine

Oggetto dell'indagine è il colloquio notturno del 21 maggio con il collega di Unicost Luca Palamara, in cui Fuzio ha riportato all’ex presidente dell’Anm notizie dell’indagine a suo carico a Perugia. Pochi minuti di conversazione in auto sotto casa, intercettati con il trojan inoculato nell’iphone di Palamara. In seguito alla notizia dell'indagine, Fuzio ha fatto domanda di essere collocato a risposo con un anno di anticipo rispetto alla pensione. Palamara, ex presidente di Anm, invece, si trova al centro dello scandalo "caos Procure" e l'accusa della procura di Perugia a suo carico è dicorruzione, per aver messo le sue funzioni di magistrato a disposizione dell'imprenditore e suo amico Fabrizio Centofanti in cambio di viaggi e regali. Secondo l'accusa,