Sono state depositate sabato scorso le motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Appello di Tarantoche il 27 luglio del 2015 condannò all'ergastolo Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano (rispettivamente cugina e zia della vittima) per l'omicidio di Sarah Scazzi, 15 anni, uccisa ad Avetrana il 26 agosto del 2010. Ora gli avvocati potranno presentare ricorso in Cassazione, anche se Sabrina Misseri potrebbe tornare libera il prossimo 15 ottobre quando scadranno i sei anni dal suo arresto. Per quella data,infatti, non si farà certamente in tempo ad avere una sentenza della Suprema Corte.I termini della custodia cautelare (sei anni dal momento dell'arresto, come prevede la legge) potrebbero essere considerati sospesi anche in relazione al lungo periodo di attesa delle motivazioni della sentenzadi primo grado oppure ad alcune, in verità brevi, sospensioni del processo di primo grado, ad esempio quando le difese chiesero il trasferimento della competenza dal Tribunale di Taranto a quello di Potenza. Sarà una sezione della stessa Corte di Appello a stabilirlo. La madre di Sabrina, Cosima Serrano, resterebbe in carcere perchè fu arrestata a maggio del 2011. Uno dei difensori della giovane di Avetrana, l'avvocato Franco Coppi, ascoltato anche dalla nostra testata, ha denunciato pubblicamente il ritardo nel deposito delle motivazioni (tredici mesi) e prospettato la lesione dei diritti della difesa. Entrambe le donne, che dividono una cella del penitenziario di Taranto, si sono sempre dichiarate innocenti. La sentenza era stata pronunciata il 23 luglio 2015.Il ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, ha anche inviato ispettori ministeriali a Taranto per accertare le cause del ritardo nel deposito delle motivazioni. La sentenza di appello si compone di 1277 pagine e 16 paragrafi, di cui 11 dedicati alla ricostruzione del delitto di Avetrana, e sarà ora la base per l'impugnazione in Cassazione. Nei mesi scorsi Sabrina aveva chiesto di poter trascorrere in un convento la detenzione - oggi invece è reclusa insieme alla madre nel carcere di Taranto - ma la richiesta è stata respinta dai giudici.La sentenza di appello fu preceduta da una camera di consiglio durata più di 80 ore. Per l'omicidio della giovanissima Sarah, i giudici - col dispositivo letto dal presidente della Corte di Appello, Rosa Patrizia Sinisi - hanno ritenuto colpevoli le due donne, zia e nipote della vittima, in carcere dal maggio del 2011, che speravano invece un ribaltamento della sentenza di primo grado (20 aprile 2013) con la quale sono state condannate all'ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Confermati in appello anche gli 8 anni per Michele Misseri (soppressione di cadevere). La Corte un anno fa ha parzialmente riformato anche la sentenza di primo grado nei confronti di quattro imputati. I giudici hanno infatti assolto, perchè il fatto non sussiste, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, che il 20 aprile 2013 erano stati condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale, confermando invece la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato.La Corte ha inoltre rideterminato, riducendola, la pena per altri due imputati: un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri (due anni in primo grado per favoreggiamento personale), cinque anni e 11 mesi a Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni in primo grado per soppressione di cadavere).