PHOTO
Putin
Due buone notizie per Anastasia Chekaeva. Il ministero della Giustizia ha sospeso l’estradizione in “zona cesarini”, visto che la donna sarebbe stata estradata domani presso gli uffici della Polizia Giudiziaria di Roma Fiumicino. “A seguito della pregressa corrispondenza concernente l’esecuzione della procedura in oggetto, si comunica che il ministero della Giustizia ha sospeso la consegna ai fini estradizionali della nominata in oggetto”, si legge nella comunicazione del Dipartimento della pubblica sicurezza dell’interno. In seguito a questa disposizione la corte d’Appello di Sassari ha revocato la misura della custodia cautelare in carcere, disponendo per la donna l’obbligo di dimora nel comune di Arzachena. Una vicenda dai contorni inquietanti Un sospiro di sollievo per una vicenda che Il Dubbio ha portato alla luce grazie alla segnalazione dei difensori di Anastasia, gli avvocati Fabio Varone e Pina Di Credito. Importante l’interessamento da parte di Rita Bernardini del Partito Radicale e Roberto Giachetti di Italia Viva. La vicenda ha, comunque, contorni inquietanti. Una vera e propria persecuzione di sapore politico nei confronti di una donna che dovrebbe essere protetta dal nostro Paese. Tutto ha avuto inizio tre anni fa, quando Anastasia vive e lavora a Voronezh, in Russia, insieme al compagno (ora marito) Fabrizio Crespi, titolare dell’agenzia di viaggi dove lei è impiegata. L’agenzia si trova all’interno del centro commerciale Galleria Chizhov, il cui legale rappresentante è Klimentov Andry Vladimirovich, vicepresidente della Commissione per il Lavoro e la Protezione Sociale della popolazione, e il cui fondatore è Chizhov Sergey Viktorovich, dal 2007 deputato della Duma di Stato della Russia – entrambi noti esponenti politici del partito “Russia Unita”, il cui leader è Vladimir Putin.Un tour operator cancella una serie di viaggi che l’agenzia aveva venduto, ma Anastasia e Fabrizio Crespi, pur non essendo responsabili delle cancellazioni, si trovano costretti a prendersi carico dei rimborsi. A questo punto inizia una campagna di diffamazione nei loro confronti, per cui la coppia decide di fare ritorno in Italia – dove vive legalmente dal gennaio 2018, e dove la loro bambina inizia a frequentare le scuole elementari. Seppure la vicenda amministrativa sia conclusa, Chizhov e Vladimirovich decidono di avviare un procedimento penale nei confronti di Anastasiia, a detta loro giustificato per vendicarsi della “cattiva pubblicità” causata dall’agenzia situata nella loro galleria. Ottengono – grazie alla loro posizione politica – che venga emessa domanda di estradizione all’Italia, quando in realtà il rappresentante legale dell’agenzia di viaggi è Fabrizio Crespi, marito della Chekaeva e cittadino italiano, che non avrebbe potuto essere estradato in Russia. A lui viene diretta una forte campagna di intimidazione e minacce, iniziata immediatamente e motivo principale per cui la coppia torna in Italia – per assicurarsi l’incolumità della famiglia. Il ministero della Giustizia ha deciso di sospendere l'estradizione Eppure, secondo quanto denunciato dagli avvocati Fabio Varone e Pina Di Credico, il governo italiano non ha considerato nessuno di questi elementi, non opponendosi minimamente al processo di estradizione. Fino a venerdì 22 gennaio, quando Anastasia viene prelevata e reclusa nel carcere di Sassari in attesa del trasferimento in Russia. Ma ora, finalmente, il ministero della Giustizia ha deciso di sospendere l’estradizione in attesa di nuovi accertamenti. La condizione delle carceri russe è drammatica Quali? Se è stato violato sia il diritto al giusto processo, sancito dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, ratificata dall’Italia e dalla Russia, sia il diritto a non subire trattamenti crudeli, disumani o degradanti, stabilito sempre dalla stessa Cedu, tenuto conto della situazione di sovraffollamento e delle gravissime condizioni igienico-sanitarie della popolazione carceraria della Federazione Russa, in particolare dei centri di detenzione preventiva (Sizos), come risulta dalla documentazione prodotta nei vari giudizi. La situazione è ulteriormente aggravata dalla emergenza sanitaria dovuta alla diffusione dei contagi da Covid-19 nelle carceri russe, circostanza documentata anche in relazione alle particolari condizioni di salute di Anstasiia Chekaeva che è affetta da asma allergica con broncospasmi e rischio di contrarre la polmonite.Altro punto da vagliare e se, con l’eventuale estradizione, risulterebbe violato anche il diritto della figlia minore, cittadina italiana, a conservare il rapporto con la madre, in violazione dell’articolo 8 della Cedu, considerato che la vita della bambina è radicata in Italia. Bisogna dare atto al Ministero della Giustizia di aver sospeso l’estradizione, affermando in questo modo il nostro Stato di Diritto. Quello che è carente nella Russia di Putin.