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Non solo carcere o centri per migranti. Il garante nazionale, come premesso fin dal 2018, ha anche il mandato di monitorare le strutture residenziali per disabili e anziani dove si concretizzi di fatto una privazione della libertà. Sono le strutture che in ambito internazionale vengono definite Social care home. Il Garante ha da poco reso pubblico una sua segnalazione, con tanto di riscontro effettuato dal municipio, riguardante le condizioni non in regola di una casa famiglia per anziani in zona Eur di Roma. Il 23 agosto scorso il Garante nazionale delle persone private delle libertà ha intrapreso una visita alla Casa di riposo Residenza Stella Eur di Roma, risultante iscritta nell'elenco delle strutture autorizzate del Municipio IX di Roma. La delegazione impegnata nella visita era guidata da Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante nazionale e costituita da due unità dell'Ufficio - Gilda Losito, responsabile dell'Unità operativa "Privazione della libertà nell'ambito delle strutture sanitarie, socio sanitarie e assistenziali" e Enrica Vignaroli, membro della medesima Unità. Ebbene, la visita alla struttura, peraltro eccezionalmente preannunciata per mera cortesia istituzionale, non ha potuto avere luogo per l'assoluta mancanza di predisposizione cooperativa da parte dei responsabili della struttura, sopraggiunti dopo circa venti minuti dall'arrivo della delegazione, lasciata in loro attesa davanti al cancello esterno. Si sono verificati dei forti attriti. La delegazione del Garante segnala al municipio che l'interlocuzione intercorsa con queste persone è stata caratterizzata «da atteggiamenti di forte contrapposizione verso i componenti della delegazione e di ostatività allo stesso riconoscimento dell'Istituzione di Garanzia, nonostante i ripetuti tentativi della capo delegazione di illustrarne l'esistenza, la funzione e le modalità operative, evidentemente del tutto sconosciute ai due interlocutori». Segnala che la mancanza di disponibilità all'ascolto e l'animosa ostilità manifestata fin dal primo momento dell'incontro verso le figure istituzionali presenti per la visita, che pure si sono qualificate attraverso l'esibizione dei rispettivi tesserini, «si è concretata anche con l'intimazione di un intervento delle Forze di polizia, espressa immediatamente in particolare dal signor B., che nelle sue intenzioni era finalizzato a identificare i componenti della delegazione e a reprimerne l'accesso alla struttura, ritenuto evidentemente illegittimo». Per garbo istituzionale, considerati i rapporti di cooperazione che intercorrono tra l’Autorità di garanzia e tutte le forze di polizia, la garante Emilia Rossi ha ritenuto di attendere l'arrivo del nucleo di Polizia che uno dei responsabili ha ripetutamente dichiarato di aver chiamato. La pattuglia di Polizia in servizio, è giunta dopo circa un quarto d'ora a bordo di un'autovettura di uso comune e in borghese. Nella segnalazione al municipio si legge che tale pattuglia era composta dall'Assistente capo coordinatore N. D. e l'agente V. F., così qualificatesi, appartenenti al Commissariato San Paolo, diverso dal Commissariato competente per zona. «Va rilevato – si legge sempre nella segnalazione del Garante - che, per sua stessa dichiarazione, l'Assistente Capo D. ha la propria madre ospitata nella Casa di riposo. Nonostante una certa opera di mediazione svolta dall'Assistente Capo con i due responsabili, la persistente opposizione all'ingresso della delegazione nella struttura dichiarata dal signor D. B. ha determinato la capo- delegazione a non dar corso alla visita, per l'evidente assenza di quella disposizione alla cooperazione che è condizione essenziale per lo svolgimento di ogni attività di vigilanza del Garante nazionale». Una volta ricevuta la segnalazione del Garante, l’assessora alle Politiche sociali e alla salute Barbara Funari subito si è attivata predisponendo un sopralluogo effettuato dal servizio sociale municipale e dai responsabili della Asl. Ed ecco cosa è emerso. Al 5 settembre scorso, pur essendo autorizzata per 11 posti letto, la struttura ne ospita 14. Alcune camere autorizzate per un posto letto sono risultate occupate da due posti letto. È stato quindi fatto presente che deve rispettare i termini dell'autorizzazione per cui dovrà riportare il numero degli ospiti a 11. Si è constatato che al secondo piano, delle due stanze autorizzate una con destinazione camera e una con destinazione spogliatoio entrambe per gli operatori, nella prima erano presenti tre posti letto di cui uno occupato da un ospite. È stato fatto notare che quel piano non può ospitare utenti e il responsabile ha riferito che l'utente era provvisoriamente posizionato al secondo piano perché nei giorni precedenti aveva avuto la febbre. Si precisa che nel passaggio dal primo al secondo piano non è previsto il superamento delle barriere architettoniche. Sono presenti locali per la socializzazione sia al piano terra che al primo piano. I servizi igienici sono adeguati al numero di utenti autorizzati ovvero 11. Pertanto risultano insufficienti per l’attuale numero di ospiti. La struttura è risultata sprovvista di bagno dedicato a persone con disabilità. Il responsabile ha riferito che entro settembre realizzerà i lavori per adeguare il bagno individuato al piano terra della struttura stessa. Sono presenti gli spogliatoi per il personale ma non sono a norma perché ogni operatore deve avere un armadietto dedicato secondo le norme vigenti. La stanza dei farmaci non era a norma e non era chiusa a chiave. Risulta anomalo il rapporto operatori - utenti: ci sono 3 Oss per 14 utenti. Anche in questo caso è stato fatto presente che tale rapporto non corrisponde a quanto previsto dalla normativa. Dal momento dell'apertura avvenuto a ottobre 2019 gli operatori sono sempre rimasti gli stessi. Sempre dal rapporto del sopralluogo emerge che non è presente il registro delle presenze degli utenti. Non era presente il registro delle presenze del personale. Non è presente la cartella personale di ogni singolo ospite. Non è presente il quaderno delle consegne giornaliere dell'utente. È presente la tabella dietetica autorizzata dalla Asl ma non sono presenti comunicazioni per l'eventuale variazione del menù. Il responsabile della struttura risulta essere la dottoressa D. T. Il responsabile riferisce che attualmente l'incarico è stato affidato al dottor M. L. ma non risultano comunicazioni di variazione al Municipio né era presente nessuna documentazione a lui relativa. Non vi è un piano di turnazione tra gli operatori Oss. Non vengono effettuate le riunioni di equipe degli operatori pertanto non ci sono i verbali. Non essendo presente l'assistente sociale vengono meno tutte le attività professionali a lui competenti. Non sono presenti relazioni sugli obiettivi raggiunti previsti nei Pai ( piano di assistenza individuale) / Pei ( piano educativo individualizzato); pertanto non è stato possibile monitorare gli indicatori definiti nei Pai/ Pei. È presente un elenco degli ospiti, ma non è presente il quaderno delle consegne alimentari. Non viene effettuato il percorso sporco pulito come previsto dalle normative vigenti. Era presente il certificato di conformità degli impianti elettrici ma non erano stati verificati semestralmente l'idoneità degli estintori. Agli atti l'ultima verifica risaliva a dicembre 2021. Gli ambienti risultano in sufficiente stato igienico e organizzati secondo quanto previsto a livello strutturale. Al termine del sopralluogo hanno avvisato i referenti della Struttura che verrà inviata una diffida a regolarizzare da parte del Municipio con richiesta della documentazione mancante da far pervenire entro e non oltre il 10 ottobre 2022. Il garante nazionale ha apprezzato molto questo tempestivo intervento, una espressione dell’elevato senso di responsabilità nell’adempimento delle funzioni di vigilanza sulle condizioni delle strutture di accoglienza delle persone più fragili.