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Insieme con il Ministro della giustizia francese, Nicole Belloubet, ha fatto visita al Consiglio Nazionale Forense anche la Vice Presidente dell’ordine degli avvocati francese e Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Parigi, Marie- Aimée Peyron. Cinquantotto anni, nata in Algeria, ci racconta di aver inizialmente intrapreso studi di lingue orientali e di cultura russa, e di essere diventata avvocato quasi per caso, innamoratasi della professione forense dopo aver frequentato la facoltà di legge.
In Italia si dice sempre che ci sono troppi avvocati, facendo il confronto con voi. Si dice: Roma da sola ha più avvocati di tutta la Francia. Ma è vero?
Gli avvocati non sono mai troppi: se ci sono, significa che servono. Ma da noi i numeri sono più modesti. Ci sono 30500 a Parigi e 67000 in tutta la Francia. Dunque a Parigi quasi la metà dell’intero paese, una sproporzione rispetto alla vostra articolazione, in Italia c’è più omogeneità tra le città. La media euro- pea è di 147 avvocati ogni 100.000 abitanti, la Francia è al di sotto della media, l’Italia molto al di sopra.
Come se lo spiega?
C’è una notevole differenza nell’approccio del cittadino con la legge, con la burocra- zia, con l’impianto normativo. Da noi in Francia si tende sempre più alla conciliazione, al negoziato extragiudiziale. Così gli avvocati lavorano ma in tempi non troppo lunghi.
Mentre in Italia, come saprà, i tempi della giustizia sono lunghi.
Ah sì, lo sappiamo bene. Quando abbiamo dei clienti con procedimenti con l’Italia, mettiamo sempre le mani avanti e diciamo che i tempi per il giudizio possono essere esasperanti. E invitiamo a fare piuttosto una mediazione, a trovare un accordo bonario tra le parti.
Se dovesse indicare qualche soluzione sperimentata in Francia, cosa suggerirebbe?
Stiamo sperimentando insieme, in Italia e Francia, la dematerializzazione dei fascicoli. Il processo telematico mi sembra un buon passo avanti.
Come giudica le relazioni tra le due avvocature?
Le nostre due avvocature sono molto in asse e spero che questo dialogo continui. E’ fondamentale anche verso i nostri Ministeri, che sappiano che c’è dialogo e unità di intenti. Non a caso le nostre due capitali, Parigi e Roma, sono gemellate. L’anno scorso sono stata a Roma per parlare in un convegno ospitato in Corte di Cassazione e mi sono meravigliata per la magnificenza del Palazzo, un luogo dove è difficile non farsi distrarre dalla struttura artistica che lo circonda, come pure questa bellissima sede del Cnf.
Ci sono impegni comuni?
Molti. Come dicevo, il dialogo con il Presidente Mascherin è costante. Stiamo cercando anche noi di inserire l’avvocato nella Costituzione francese e di batterci per la difesa della difesa, per i diritti umani, per un mondo più giusto, nell’interesse di tutti.