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Tra i dem circola un bisbiglio: «Vedrete che i renziani faranno saltare il tavolo sulla giustizia». Ma a sentire i parlamentari di Italia viva lo schema andrebbe rovesciato: non faranno da guastatori. Casomai chiameranno il Pd alle proprie responsabilità. Ecco, sulla prescrizione la chiave di un Renzi fustigatore dei compromessi rischia di essere semplicistica. Nei prossimi giorni dai suoi gruppi potrebbe piuttosto partire un appello, rivolto innanzitutto al vicesegretario pd Andrea Orlando: difendi la “tua” prescrizione, gli chiederanno gli ex compagni di partito.
Gli ricorderanno che proprio la sua riforma penale, entrata in vigore nel 2017, già contiene un enorme allungamento dei tempi di estinzione dei reati: «Un anno e mezzo dopo la condanna, non l’assoluzione, in primo grado, e un altro anno e mezzo dopo l’eventuale condanna in appello: sarebbe assurdo», osserva un senatore di Italia viva che preferisce restare anonimo, «se Orlando non ricordasse ai 5 Stelle che neppure c’è stato il tempo di testare gli effetti della sua legge». Il pressing dell’ala più garantista della maggioranza partirà da qui: dal pro memoria per l’ex guardasigilli. Che però nelle ultime ore, come anticipato dal Fatto, ha lasciato intendere di voler tenere un profilo defilato sulla giustizia. Ragioni di opportunità, anche nel senso di non voler offrire ai renziani un bersaglio personalizzato. Intanto i capigruppo di Italia viva dovrebbero vedere il guardasigilli Bonafede a breve.
Convocheranno quindi una riunione unitaria dei loro gruppi parlamentari per decidere se assumere, sulla prescrizione, «una linea tosta», come la definisce il senatore renziano, «già condivisa nei fatti dalla stragrande maggioranza di noi». Le proposte correttive sono varie. La più gettonata, peraltro, coincide con l’idea sottoposta dalla delegazione dem due giorni fa al guardasigilli: visto che la riforma penale punta a stabilire un tempo massimo accettabile per i processi ( oltre il quale si profilerebbero conseguenze disciplinari per i giudici) sarebbe giusto prevedere anche che, sfondata quella soglia ( 4 o 5 anni) ricominci pure a decorrere la prescrizione.
Si vedrà. Intanto giovedì anche l’Organismo congressuale forense, in un incontro con Bonafede, ha sollecitato il dietrofont sulla norma che abolisce i termini di estinzione dei reati. Certo a dar man forte al M5S è, dalla sponda Leu, Pietro Grasso. Che ha ricordato come pure i dem, anni fa, fossero innamorati della prescrizione bloccata dopo il primo grado. E che comunque ha forse trovato l’uovo di Colombo per l’elezione dei togati al Csm: niente sorteggio ma una sorta di voto all’americana, con 150 delegati che verrebbero eletti in altrettanti mini collegi, in modo da favorire chi è davvero noto ai colleghi per dedizione e capacità, anziché le correnti. I delegati poi eleggerebbero i consiglieri: è la quadra attesa da tempo.