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Ermini riforma Csm
«Muro contro muro sulla riforma? No, io ho molta fiducia nel fatto che non ci sarà un muro contro muro. Ci saranno delle discussioni come è giusto che sia». A dirlo è il vicepresidente del Csm David Ermini, a Napoli per una cerimonia nel Salone dei Busti di Castel Capuano, interpellato sulle posizioni di parte della magistratura sulla riforma del Csm. «D’altra parte - ha aggiunto Ermini - il potere legislativo è quello che fa le leggi e il potere giudiziario è quello che le applica. Che ci siano delle discussioni è assolutamente naturale. Non sono mai favorevole al muro contro muro. Credo, penso e spero che le cose in qualche modo si sistemino». «Quello che conta sarà l’applicazione delle norme, quindi per far funzionare la riforma c’è bisogno di tutti», ha aggiunto a margine della cerimonia di svelamento del busto di Giuseppe Abbamonte. Ermini si dice sicuro che ci sarà il coinvolgimento di tutte le parti chiamate in causa dalla riforma: «Ci sarà il Csm, l’avvocatura su cui mi sono sempre speso e che penso sia un elemento importante della riforma. Lavorare insieme credo che sia la cosa più bella, in fondo la nostra Costituzione permette una serie di equilibri e una serie di possibilità di lavorare insieme tra le varie componenti, e questo è quello che è utile per l’Italia». «La riforma della giustizia che va adesso al voto definitivo martedì in prima lettura non è l’intera riforma della giustizia. È una parte, quella che riguarda l’ordinamento giudiziario, che è importante, ma dobbiamo considerare le riforme della giustizia insieme a tutti gli altri settori: il civile e il penale sono stati già approvati, ma non ci scordiamo che c’è bisogno di una riforma importante sull’ordinamento penitenziario, c’è bisogno di una riforma importante sul tributario. Ci sono tanti aspetti su cui bisognerà lavorare»., ha sottolineato. «Queste sono occasioni nelle quali va rilanciata la forte difesa dell’autonomia della giurisdizione - ha evidenziato -. La cerimonia di oggi è importante perché rinnova ancora una volta l’ideale della giurisdizione intesa come insieme di operatori della giurisdizione, avvocati e magistrati. Una magistratura autonoma e indipendente lo è se anche l’avvocatura è autonoma e indipendente. Nei Paesi dove oggi la giurisdizione è in difficoltà, ugualmente sono messi in difficoltà magistrati e avvocati. Allora penso che queste siano occasioni nelle quali vada rilanciata la forte difesa dell’autonomia della giurisdizione».