È tornata la calma al “Cesare Beccaria” di Milano”. Ieri nell’Istituto penale per minorenni 58 ragazzi hanno protestato, alcuni hanno tentato di evadere e 4 sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all’interno del perimetro che delimita il carcere e altri uffici del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. I disordini hanno provocato 8 feriti, tutti tra i detenuti.

Il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, in una nota, precisa che «la rivolta avvenuta ieri sera all’interno dell’Ipm Beccaria di Milano è stata prontamente sedata e non vi è stato alcun tentativo di evasione da parte dei detenuti. Le azioni di rivolta hanno causato ingenti danni al Primo Gruppo ma l’intervento del personale della polizia penitenziaria ha consentito di ripristinare immediatamente l’ordine. Tre detenuti sono stati trovati e riportati in cella mentre erano nascosti nel perimetro murato del carcere».

Per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria «da troppo tempo le carceri, sia per adulti sia per minori, che in realtà ospitano ristretti fino a 25 anni d’età, sono letteralmente allo sbando, nell’illegalità diffusa e in balia delle conseguenze, anche violente, che ne derivano. A pagarne le spese, la Polizia penitenziaria sempre più abbandonata a se stessa dagli slogan della politica, ben lungi dall’affrontare di petto gli annosi, pesantissimi e numerosissimi problemi».

De Fazio sottolinea che «grazie alla straordinaria opera delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria presenti e intervenuti liberi dal servizio, non ci sono state conseguenze irreparabili, tranne ingenti i danni alla struttura». Per il segretario della UlilPa quanto «nuovamente accaduto a Milano, preceduto da fatti analoghi sempre al Beccaria così come al “Ferrante Aporti” di Torino e in molti altri istituti per minorenni del Paese, è la prova provata del fallimento organizzativo e gestionale del sistema penale inframurario minorile, che fa il paio con quello per gli adulti. Urge un cambio di passo che deve essere dettato dalla politica, prim’ancora che dalle amministrazioni. Il sistema va messo in sicurezza potenziando i presidi a partire dagli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, implementando ed efficientando le strutture e riorganizzando l’intero apparato. Sarebbe peraltro il caso di ripensare la scelta di mantenere negli istituti penali per minorenni ristretti fino a 25 anni d’età. Auspichiamo che dal ministero della Giustizia e dal governo facciano sentire la loro voce con argomenti concreti e, soprattutto, che si varino misure tangibili e immediate. Temiamo, tuttavia, di dover nuovamente ascoltare i soliti ritornelli stonati con roboanti annunci vuoti di contenuto», conclude De Fazio.