Individuare una figura di altissimo profilo, che non sia riconducibile a un partito e che possa aspirare al gradimento di Sergio Mattarella. Queste le caratteristiche che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ricercava per ricoprire il ruolo del presidente del collegio che costituisce l’Autorità garante delle persone private della libertà personale. E così oggi il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del guardasigilli e deliberato la nomina del consigliere Riccardo Turrini Vita, al posto di Maurizio D’Ettore, morto lo scorso 22 agosto.

Il ministro Nordio, in una nota, ha sottolineato come il nuovo Garante sia «una persona di elevata cultura, grande esperienza e particolare sensibilità per il mondo carcerario». Riccardo Turrini Vita, infatti, vanta un curriculum di tutto rispetto. È stato magistrato di Corte d’appello e dirigente generale dell’amministrazione della giustizia. Ha avuto incarichi di docenza alle università di Roma Tor Vergata e e della Sapienza. Dal primo luglio 1994 presta servizio al ministero della Giustizia.

È nell'amministrazione penitenziaria dal 1997, dal 2002 al 2010 è stato direttore generale dell'esecuzione penale esterna, ed è fino a oggi direttore generale del personale e della formazione dell'amministrazione penitenziaria. È stato rappresentante del governo italiano nel Consiglio D’Europa, all’Assemblea plenaria del comitato direttivo per i problemi penali e penitenziari e consulente giuridico presso l’Onu, Alto commissariato dei diritti umani.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, nell’annunciare che è stato avviato l’iter per la procedura di nomina a presidente del Garante nazionale dei detenuti, ne ha sottolineato «il profilo di elevatissima professionalità rispetto alla funzione da ricoprire».

Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, si è detto sicuro che «se ne gioveranno i detenuti e tutto il personale impegnato, a vario titolo, nell’esecuzione penale». Congratulazioni e auguri di buon lavoro anche da parte del Consiglio Nazionale Forense. «Il Cnf - ha dichiarato il presidente Francesco Greco - rinnova la propria disponibilità a collaborare con il Garante dottor Turrini Vita per promuovere iniziative congiunte volte a rafforzare la tutela dei diritti umani e della dignità delle persone detenute. Siamo certi che, con la sua comprovata esperienza e competenza, saprà affrontare le sfide che lo attendono in questo delicato incarico». 

Per il capo del Dap Giovanni Russo, «nessuno meglio di chi lavora nell’Amministrazione penitenziaria può descrivere le doti umane, la professionalità e lo spessore culturale di Riccardo Turrini Vita». Ma proprio sul fatto che si tratti di un dirigente del ministero della Giustizia si appuntano le critiche di Debora Serracchiani responsabile Giustizia, Alfredo Bazoli e Federico Gianassi, capigruppo commissioni Giustizia di Senato e Camera, e Walter Verini, capogruppo in Antimafia del Pd: «La caratteristica fondamentale di un Garante dei detenuti deve essere quella di una netta indipendenza dalla struttura di controllo, senza ambiguità e confusione di ruoli».

In una nota l’Anm, nell’augurare buon lavoro a Turrini Vita, ha sottolineato che «avrà un incarico delicato, data la situazione profondamente complessa del sistema penitenziario nel nostro Paese». Un lavoro molto complicato sul quale il mondo dell’associazionismo, che lavora nelle carceri, attende di verificare prima di esprimere giudizi.